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Assemblea Diocesana all’inizio dell’Anno Pastorale 2019-2020

Si terrà domenica 1 settembre 2019, a partire dalle ore 17.00, presso il Cineteatro “Columbia” di Francavilla in Sinni (PZ) l’Assemblea diocesana all’inizio dell’anno pastorale 2019-2020.
In questa occasione il vescovo S.E. Mons. Vincenzo Orofino presenterà e consegnerà l’Agenda diocesana con le linee guida per il terzo anno del triennio 2017-2020 e il calendario degli appuntamenti annuali.
“…per il bene integrale delle persone: LA SFIDA EDUCATIVA” è il tema dell’Anno pastorale e Giovanni Battista che indica Gesù come “Agnello di Dio” è l’icona biblica che illuminerà il cammino.
Nell’Introduzione all’Agenda pastorale Monsignor Orofino invita a impegnarsi, coraggiosamente, sul fronte dell’educazione, richiamando il documento redatto nel 2006, dopo il Convegno di Verona, nel quale i vescovi italiani hanno detto chiaramente che «ci è chiesto un investimento educativo capace di rinnovare gli itinerari formativi, per renderli più adatti al tempo presente e significativi per la vita delle persone, con una nuova attenzione per gli adulti» e invita a dare alle “azioni pastorali una precisa e chiara finalità educativa, in quanto dimensione permanente e unificante dell’agire ecclesiale. Tutte le attività devono tendere a sostenere il cammino spirituale delle persone per condurle a una matura esperienza di vita cristiana, alimentata da una fede adulta e pensata. Tutto deve educare ad amare di più Cristo e la Chiesa, a giudicare la realtà secondo il pensiero di Cristo e della Chiesa, a guardare il mondo con lo sguardo di Cristo e della Chiesa, ad appartenere con cuore indiviso a Cristo e alla Chiesa, a stare con Cristo e nella Chiesa. La nostra azione formativa deve essere globale e integrale. Deve, cioè, riguardare tutti gli ambiti della vita ecclesiale e tutte le dimensioni della vita cristiana. Introdurre e accompagnare le persone all’incontro con Cristo deve essere l’impegno di ognuno di noi”.
Uno sguardo che coglie la vita dei fedeli tutti della Diocesi, chiamati a vivere da credenti e a essere, come necessaria conseguenza, annunciatori e testimoni perché “la missione educativa riguarda unitariamente tutta la vita del cristiano: la conoscenza sempre più profonda e personale della fede; la sua appartenenza a Cristo nella Chiesa; la sua apertura agli altri; il suo comportamento nella vita”.
A conclusione dell’Assemblea diocesana il Vescovo conferirà anche il Mandato ai Catechisti di tutte le parrocchie perché, proprio attraverso il loro servizio, le Comunità parrocchiali possano “avere una gioia nel cuore e comunicarla a tutti per rendere bella e buona la vita; offrire ragioni e traguardi per il cammino della vita, donare la bellezza della persona di Gesù e far innamorare di Lui, del suo stile di vita, della sua libertà, del suo grande amore pieno di fiducia in Dio Padre; tenere alta la meta di ogni esistenza verso quel di più che viene da Dio”.
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Cambiamenti e Nomine nella Diocesi di Tursi-Lagonegro

A conclusione dell’anno pastorale 2018-2019, durante il quale l’icona di Zaccheo è stata un centrale per il tema: “Le persone, cuore della pastorale”, in vista del nuovo che avrà inizio domenica 1 settembre 2019 con l’assemblea diocesana guidata da monsignor Vincenzo Orofino, il Vescovo, dopo aver consultato gli Organismi di partecipazione ecclesiale, ha reso pubbliche alcune nomine riguardanti le parrocchie e gli uffici di Curia della Diocesi di Tursi-Lagonegro.
A partire dalla seconda metà di settembre il nuovo parroco della Cattedrale di Tursi sarà don Domenico Buglione, il quale dagli inizi di luglio ha assunto anche il gravoso e prestigioso ufficio di Vicario Generale della Diocesi dei due mari. Vicario parrocchiale sarà il giovanissimo don Gino Ciminelli, che sarà ordinato sacerdote il prossimo 24 agosto ad Agromonte Magnano.
A Chiaromonte andrà don Antonio Caputo, il quale a sua volta sarà sostituito da don Nicola Modarelli a San Chirico Raparo e San Martino d’Agri. Don Giovanni Messuti sarà il nuovo parroco di Rotondella e continuerà a reggere il Santuario di Anglona, mentre alla comunità sacerdotale di Policoro si aggiungerà don Antonio Donadio per un servizio pastorale sempre più unitario, coordinato da don Giuseppe Gazzaneo con la collaborazione fattiva di don Antonio Mauri.
Don Domenico Martino, già vice parroco a Senise ed esorcista diocesano, assumerà la guida della comunità cristiana di Noepoli. Don Pablo Heis, parroco di Terranova del Pollino, si prenderà cura anche di Cersosimo, supportato dal ministero del diacono permanente Vincenzo Terracina.
I cambiamenti operati da monsignor Orofino riguardano anche alcuni uffici di Curia, con il coinvolgimento attivo dei laici: dal 2 luglio l’Ufficio amministrativo è guidato da Domenica Romano, l’ingegnere Antonio Gialdini coordina l’Ufficio tecnico e l’architetto Franco Di Gregorio dirige il Museo Diocesano.
Con i suddetti cambiamenti la Diocesi compie un ulteriore e significativo passo in avanti verso un rinnovamento strutturale e pastorale sempre più necessario per compiere la sua missione, nella fedeltà alle donne e agli uomini del nostro tempo. Il Vescovo desidera promuovere una corresponsabilità sempre maggiore che favorisca il protagonismo dei fedeli laici e incoraggi la conversione pastorale e missionaria auspicata da Papa Francesco in Evangelii Gaudium. L’anno pastorale 2019-2020 è il terzo anno del triennio a cui guarda la lettera pastorale del Vescovo Orofino “Al fine di edificare il Corpo di Cristo (Ef 4,12)” e sarà incentrato in particolar modo sull’educazione.
 
SERVIZIO PASTORALE NELLE PARROCCHIE
Parrocchie (tutte) di Tursi (città) parroco: don Domenico Buglione
     vice parroco: don Ginoemanuele Ciminelli
Caprarico di Tursi amministratore: don Ginoemanuele Ciminelli
Parrocchie (tutte) di Policoro parroco moderatore: don Giuseppe Gazzaneo
     vice parroco: don Antonio Donadio
     “Santa Maria del Ponte” in Policoro co-parroco: don Antonio Mauri
Parrocchie di Rotondella parroco: don Giovanni Messuti
Parrocchie di Nova Siri parroco: don Mario La Colla
     “Santa Maria Assunta” in Nova Siri co-parroco: don Michelangelo Crocco
Colobraro parroco: don Giovanni Lo Pinto
Parrocchie di Chiaromonte parroco: don Antonio Caputo
Parrocchie di Calvera vice parroco: don Benedetto Lukunde
Cersosimo parroco: don Pablo Alberto Heis
     collaboratore: diacono permanente Vincenzo Terracina
Noepoli parroco: don Domenico Martino
Teana amministratore: don Francesco Lacanna
Parrocchie di San Chirico Raparo parroco: don Nicola Modarelli
Parrocchie di San Martino d’Agri parroco: don Nicola Modarelli

Festa della Fede 2019

“Una grande festa diocesana per dire la gioia di credere, di avere quella fede che cambia la vita e la trasforma rendendola nuova, bella e ricca di significato”. È il pensiero del vescovo Monsignor Vincenzo Orofino che ha organizzato la giornata del 2 giugno quest’anno insieme al Consiglio Pastorale diocesano, nel complesso parrocchiale del Buon Pastore di Policoro (MT).
Al termine dell’anno pastorale dedicato alle “persone, cuore della pastorale” e illuminato dall’icona evangelica di Zaccheo che si lascia incontrare e trasformare dallo sguardo del Maestro divino la giornata è pensata per condividere e raccontare il vissuto di una Diocesi che ha compiuto tanti gesti in un cammino ordinario, quello della fedeltà alla sua identità.
Gli incontri del Vescovo con i parroci e gli amministratori, gli appuntamenti di Scuola di Cristianesimo, i focus sui giovani (fede, web e scuola), la giornata della vita e per la pace, gli esercizi spirituali per i fedeli laici, la formazione per i consigli parrocchiali per gli affari economici, i cammini proposti dall’ufficio famiglia e dalla pastorale vocazionale, le vacanze degli adulti, delle famiglie e dei giovani, oltre agli impegni delle associazioni e dei movimenti… con il grande fine della crescita in consapevolezza ecclesiale per passare “dalla collaborazione alla corresponsabilità”. Tutto diventa un grande “grazie” e si riassume in un invito, quello del Vescovo: “Nella Chiesa, Comunità credente, siamo veramente felici. C’è posto per tutti, anche per te”.
Alle ore 12.00 è prevista la Messa e nel pomeriggio (alle ore 15.30) saranno offerti racconti e presentate sfide e prospettive per una pastorale dei volti. Saranno presenti anche don Franco Picone, vicario generale della Diocesi di Aversa e la professoressa Donatella Abignente, teologa di Napoli.
Al termine, prima delle conclusioni e del saluto del Vescovo, ci sarà la premiazione del Torneo di Calcetto organizzato dalle parrocchie e dai Comuni della zona pastorale Jonica per le scuole superiori. La finale, disputata nella mattinata di sabato 1° giugno, è stata vinta dall’ “IIS Pitagora” di Policoro.

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Pasqua: il dono della speranza per ogni uomo

Pasqua: il dono della speranza per ogni uomo
Anche per noi, oggi, risuona rassicurante la voce dell’angelo: “Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risorto” (Lc 24,5.6). È risorto! Non è una notizia qualsiasi, si tratta dell’annuncio più sorprendente, più sconvolgente e più straordinario che l’uomo abbia mai ascoltato. Un annuncio imprevisto che supera ogni attesa ma che corrisponde al desiderio più intimo e inespresso del cuore umano, quello di vivere per sempre.
“Perché cercate tra i morti colui che è vivo”? L’ammonimento è per ciascuno di noi. Ci è chiesto di non cercare il senso della vita nei luoghi della morte. È una richiesta ovvia, semplice e vera. Eppure troppe volte e troppi di noi continuano a cercare la felicità nel potere, nel denaro, nella lussuria, nel successo, nella droga, con l’inganno, con la falsità, con la furbizia, con l’arroganza, con la cattiveria.
Con la risurrezione di Gesù Cristo inizia una vita nuova. Non è il miglioramento della vita di prima. No! È una vita profondamente nuova. Totalmente nuova. Trasfigurata. Bella e buona. Tutto acquista un significato nuovo. Tutto viene illuminato. Tutto viene trasformato. Tutto viene salvato. E di questa vita nuova se ne può fare esperienza, anche oggi, nella vita della Chiesa, che costituisce la primizia di questa radicale trasformazione. A ciascuno di noi il compito di accoglierla con tutto il cuore per farne esperienza concreta nelle situazioni e nei luoghi in cui viviamo.
Cristo risorto ottenga a ciascuno di noi, alle comunità cittadine e all’intera Comunità regionale la grazia della speranza: la grazia di rinascere sempre, dopo ogni delusione, dopo ogni sconfitta, dopo ogni errore; la grazia di saper amare, di saper perdonare e di saper ricominciare; la grazia di saper vedere e di saper ascoltare i segni della Sua presenza; la grazia di essere costruttori di un mondo rinnovato dalla presenza del Risorto; la grazia di seminare nel nostro territorio semi di vita buona e di speranza; la grazia di essere costruttori di uno sviluppo integrale a misura della dignità delle persone per edificare in Basilicata la civiltà della verità e dell’amore.
Ecco il compito che scaturisce dalla celebrazione della Pasqua per ognuno di noi. Soprattutto a Pasqua siamo chiamati ad andare al fondo della questione umana e cristiana. La nostra società ha urgente bisogno di cristiani autentici. Il mondo e la Chiesa hanno urgente bisogno di cristiani adulti nella fede, di cristiani capaci di rendere ragione della speranza che è in loro (cfr. 1Pt 3,15), di testimoni esemplari a cui guardare per imparare a vivere e a sperare. La nostra vita deve essere motivo di speranza e di gioia per i nostri fratelli, qui dove viviamo, e per la nostra Regione.
Noi cristiani, “stranieri e pellegrini” nel mondo (cfr. 1Pt 2,11), siamo, dunque, chiamati a essere testimoni credibili di Gesù Cristo, Crocifisso e Risorto, in tutti i luoghi e in tutte le circostanze della nostra vita quotidiana, evitando la tentazione di lasciarci assorbire da questo mondo e di conformarci alla mentalità dominante.
                                                                                        + Vincenzo Orofino

Esercizi spirituali per i Fedeli laici

Al via le iscrizioni per il corso di esercizi spirituali per fedeli laici, organizzati dalla Diocesi, che per il terzo anno consecutivo si terranno in Quaresima.
Quest’anno si svolgeranno a Santa Cesarea Terme, presso l’Oasi Beati Martiri Idruntini, dal 3 al 7 aprile 2019.
Il costo complessivo (compreso il viaggio in pullman) è di € 230,00. Occorre iscriversi nella propria parrocchia entro e non oltre domenica 3 febbraio 2019 (fino a esaurimento posti) versando l’acconto di € 50,00.
Clicca qui per la lettera del Vescovo e il modulo di iscrizione

Scuola di Cristianesimo 2018-2019

Dopo il successo di partecipazione dello scorso anno si rinnova l’esperienza di formazione che la Diocesi di Tursi-Lagonegro offre per gli operatori pastorali e per quanti hanno desiderio di approfondire la conoscenza della vita cristiana a partire dall’esperienza di autoconsapevolezza e di corresponsabilità ecclesiale.
Nell’anno pastorale in cui si intende partire dalle “persone, cuore della pastorale” il percorso permetterà di familiarizzare con il personalismo cristiano, colto da diversi approcci: filosofico, biblico, teologico ed ecclesiale.
L’invito è rivolto proprio a tutti: sono quattro i poli geografici (TURSI – Sala Conferenze della Cattedrale, LAGONEGRO – Parrocchia San Giuseppe, SENISE – Centro Parrocchiale, SAN MARTINO D’AGRI – Convento San Francesco) nei quali, a rotazione, saranno tenute le lezioni da Mons. Vincenzo Orofino, da don Enzo Appella, don Gianluca Bellusci e don Giovanni Messuti, sempre di domenica, dalle 17.30 alle 19.00.
Di seguito il calendario degli appuntamenti: 23 settembre, 30 settembre, 28 ottobre e 16 dicembre 2018; 27 gennaio, 24 febbraio, 31 marzo e 28 aprile 2019.
Programmati inoltre tre momenti, definiti “Eventi Giovani”: la Giornata di Inizio Anno Scolastico “GIOVANI e FEDE”, domenica 21 ottobre 2018, in Puglia, e due grandi incontri presso il Cinema di Francavilla in Sinni, aventi per tema: “GIOVANI e MONDO DIGITALE” domenica 25 novembre 2018 e “GIOVANI e SCUOLA” domenica 24 marzo 2019.

Consegnata l’AGENDA PASTORALE 2018-2019

Il cammino ordinario dell’anno pastorale, per la diocesi di Tursi-Lagonegro, viene scandito dall’Agenda, strumento di raccordo e di comunione tra le parrocchie e con le aggregazioni ecclesiali.
Domenica 2 settembre, alle ore 17.00, presso il Cinema di Francavilla in Sinni, il vescovo monsignor Vincenzo Orofino presenta e consegna alla Chiesa locale l’Agenda 2018-2019, offrendo le linee guida dell’impegno dei fedeli, presbiteri e laici, per l’anno pastorale che inizia.
Nell’Introduzione il Vescovo scrive: “Formazione e missione sono compiti fondamentali e costanti nella vita della Chiesa. Siamo chiamati a metterci in una permanente condizione di formazione ma nello stesso tempo anche di missione: possiamo comunicare agli altri solo ciò che rende lieto e sicuro il nostro cuore, con la consapevolezza che la fede si rafforza donandola. All’interno di questa scelta di fondo e in continuità con il lavoro svolto in questi ultimi due anni, vogliamo puntare su due priorità: continuare e intensificare l’opera di educazione alla fede, alla speranza e alla carità, seguendo le indicazioni contenute nella mia Lettera pastorale “Al fine di edificare il Corpo di Cristo” (Ef 4,12), con gli orientamenti per il triennio 2017-2020, e crescere in consapevolezza ecclesiale e favorire una maggiore corresponsabilità pastorale – secondo la vocazione, il carisma e il ministero di ciascuno – approfondendo il fondamento teologico e antropologico dell’identità personale. Tutte le nostre attività pastorali devono tendere a sostenere il cammino ecclesiale e spirituale di ognuno di noi e delle persone che il Signore ci dona di incontrare. Servire la fede delle persone è il motivo adeguato della missione della Chiesa”.
“Le persone, cuore della pastorale” è il tema dell’anno e il riferimento evangelico scelto è l’incontro di Gesù con Zaccheo (Lc 19, 1-10) che rinnova la vita del pubblicano, che gli permette di aprirsi alla grazia di Dio, sperimentando la conversione con tutta la sua forza dirompente: dona la metà di ciò che possiede ai poveri e restituisce quattro volte tanto a chi ha rubato. Il peccatore pubblico, accolto dall’abbraccio misericordioso di Dio, diventa un appassionato narratore dell’amore di Dio che gli offre salvezza nell’oggi della sua esistenza.
Tante le attività programmate. Gli appuntamenti di Scuola di Cristianesimo sono uno snodo importante del cammino annuale per approfondire la “consapevolezza ecclesiale” e il protagonismo dei fedeli laici: nelle quattro zone pastorali si terranno otto lezioni aperte a tutti; gli incontri del Vescovo con i sindaci e i parroci per guardare con acuto senso di concretezza al territorio e dialogare su “sfida educativa e solidarietà-poveri” e “lavoro e beni culturali”; tre focus (momenti formativi e di dialogo) per i giovani chiamati a riflettere su fede, mondo digitale e scuola; le proposte diocesane: Betania (per le famiglie), Tabor (per i giovani in ricerca) e Tiberiade (cammino di discernimento vocazionale), gli incontri del Vescovo con i sacerdoti giovani e le proposte delle associazioni ecclesiali e dei movimenti che arricchiscono ulteriormente il cammino diocesano che include anche il corso di esercizi spirituali per fedeli laici che si terrà a Collevalenza, la vacanza estiva in montagna e le vacanze per gli universitari, oltre alle due esperienze “Alla scuola della Carità” per adolescenti e giovani proposte dalla Caritas.
A ciò si aggiungono le celebrazioni conclusive dell’Anno lentiniano, indetto nel ventennale della beatificazione del sacerdote Domenico Lentini, originario di Lauria e il ritiro spirituale del clero della Basilicata nella chiesa che conserva le sue spoglie mortali.
Il Vescovo promette di incontrare personalmente ogni sacerdote e i Consigli pastorali e per gli Affari economici parrocchiali e chiede una maggiore prossimità ai giovani, alle famiglie e ai sofferenti che domandano agli operatori pastorali e alla Chiesa un riferimento certo, guide sicure ed educatori credibili.
Insomma, tante proposte che dicono cura, fervore e dinamismo spirituale incarnato, che indicano un metodo e aprono nuove sfide perché ci si appropri della “gioia del Vangelo (che) riempie il cuore e la vita intera”, come scrive Papa Francesco all’inizio dell’esortazione apostolica “Evangelii Gaudium” e perché sia vivo, nel cuore dei credenti, il desiderio della santità come proposta alta del vivere cristiano.
Giovanni Lo Pin
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L’amore e la misericordia di Dio, il senso della nostra esistenza

L’amore e la misericordia di Dio, il senso della nostra esistenza. Un’ode alla bontà di Dio che si incarna nel vissuto storico di una Diocesi, un “popolo in cammino” che a fine anno porge il ringraziamento a Dio Trinità con una festa. Il senso di una giornata, sotto il sole cocente di Policoro, allietata dalla brezza della letizia di cuore e di spirito. Una festa di famiglia, la Famiglia diocesana di Tursi-Lagonegro, come ha detto il Vescovo all’inizio della Messa. Non il caldo e nemmeno la commozione possono però riservarsi l’ultima parola. Tutti i presenti, andando via, hanno attestato gratitudine per l’esperienza vissuta perché le parole di Claudia Koll si sono stampate nel cuore. Intervistata da don Michelangelo Crocco, direttore dell’Ufficio di Pastorale familiare, l’attrice ha richiamato la sua vita, le fragilità e anche il cammino di riappropriazione di un’identità che si era smarrita: “Andavo tutti i giorni a Messa ma solo al capezzale di un malato ho capito cosa significhi amare. Con un po’ di tempo ho capito perché Dio ha voluto il sacramento della Confessione: il momento in cui consegnare la fragilità e chiedere a Dio di essere rigenerati, resi nuovamente belli nell’anima. Proprio l’incontro con un malato di aids, Giuseppe, nel 2000 mi ha premesso di attraversare una porta santa. Ho avuto a che fare con tante persone, malati terminali, che portavano con loro il bisogno di trovare senso alle sofferenze… Così cominciavo a comprendere e a poter dire loro che il Signore mi stava dando la forza di affrontare le mie sofferenze, quindi ne avrebbe data tanta anche a loro”. Claudia ricorda ancora che con questi malati andava a Messa per un po’… ma un giorno Giuseppe non poté andare perché non aveva le forze. Dopo la Messa passò a incontrarlo e lì l’esperienza inaspettata: “Gli stringo la mano visto che non poteva più parlare e i suoi occhi si aggrappano ai miei. La percezione chiara che l’amore di Dio è dolce, accarezza il cuore. E quando ho riletto il capitolo 25 del Vangelo di Matteo ho riconosciuto che Cristo mi chiedeva di amarlo nel sofferente, in Giuseppe”. La lezione che Claudia ha fatto propria: mettendosi a servizio degli altri il Signore manifesta il suo amore, in uno scambio di amore.
Lo stesso amore cantato dalle due famiglie che fanno offerto le testimonianze al mattino, Anna e Pasquale, Nadia e Francesco, due coppie residenti a Nova Siri: attraverso il cammino annuale di Betania hanno avuto la gioia di toccare con mano la grazia che il Signore ha usato alle loro persone, alle loro famiglie.
Alessandra Vicino e Gaetano Antonucci, responsabili della Commissione per la Pastorale familiare, insieme al gruppo musicale che ha guidato la festa del mattino e la celebrazione della Messa hanno aiutato i presenti, oltre millecinquecento, a sperimentare gioia e fraternità respiratesi anche per merito dell’ottima accoglienza da parte di don Giuseppe Gazzaneo e dei parrocchiani del Buon Pastore di Policoro e dalla logistica curata da Filippo Oriolo.
Non sono mancate le attrazioni per i più piccoli e neppure lo zucchero filato…
All’inizio della Celebrazione della Messa monsignor Vincenzo Orofino ha richiamato il perché della giornata: “Siamo qui come una grande famiglia. La Chiesa è fatta di famiglie, piccola chiesa. Quella di oggi è una festa della fede perché ci siamo da tutte le comunità nelle quali viviamo nella luce del Vangelo e nella grazia di appartenere a Cristo. Abbiamo vissuto un anno centrato sul senso dell’appartenenza alla Chiesa, alla Chiesa diocesana e alla Chiesa universale. Dunque un gesto ecclesiale che mette insieme le nostre famiglie e ci fa sperimentare un senso autentico di unità. La vita nella famiglia è la forma più immediata attraverso cui il Signore ci ama e ci accompagna”. E all’omelia ha rinnovato il grazie per aver accolto l’invito con un grande sì, un eccomi generoso a vivere una festa: l’anno pastorale non può essere una fatica ma deve essere un cammino lieto che si fa insieme agli amici, senza lasciare indietro nessuno. Orofino ha quindi richiamato che il primo verbo usato da Papa Francesco appena eletto è stato “camminare”: la Chiesa è il Popolo Santo di Dio che cammina verso la meta. “La qualità della nostra vita – ha detto il Vescovo – dipende soprattutto dalla meta, non da dove si parte. Ciò che conta è la bellezza di dove vogliamo arrivare: Cristo è la meta, il paradiso è la sua persona gloriosa. Il regno di Dio è in mezzo a noi: la persona di Gesù è tutto. Tutto si concentra nell’incontro permanente con Cristo, un incontro che sempre va rinnovato perché sia bella la nostra vita. È la festa della fede, di coloro i quali hanno fede e vivono la fede. Non dimentichiamo che con Gesù sempre nasce e rinasce la gioia. Il volto dei cristiani deve essere gioioso, mai finto, non da quaresima ma trasfigurato dall’incontro con il Risorto. Le parrocchie della Diocesi più si aprono alla vita della Chiesa locale più godono di una ampiezza di respiro e di vedute”.
Quindi il Vescovo ha richiamato la fedeltà di Dio al suo patto, all’alleanza perché ha pensato gli uomini come suoi partner e tutto fa per amore: “Il compito della nostra vita è corrispondere al suo amore. Questo amore si impara a vivere nella Comunità Cristiana, la Chiesa e nelle famiglie. Attraverso i sacramenti Dio mantiene la sua fedeltà. La Chiesa è sacramento di Cristo e la famiglia è consacrata dal sacramento del matrimonio, dono di grazia. L’appartenenza alla Chiesa è condizione per la nostra fede, per la santità: diventare santi è possibile perché apparteniamo a questa Comunità di salvati”.
Nel pomeriggio è stata offerta ai presenti la rappresentazione teatrale “La bottega dell’orefice”, il cui testo venne pubblicato per la prima volta nel 1960. Autore l’allora vescovo ausiliare di Cracovia Karol Wojtyla. “Meditazioni sul sacramento del matrimonio che di tanto in tanto si trasformano in dramma”, recita il sottotitolo. Claudia Koll, passata dai riflettori ad essere riflesso della misericordia di Dio, ne ha interpretato i monologhi perché ora ne è certa: l’amore è il senso della sua esistenza, consapevole che il Signore le ha donato una pienezza che prima non aveva. “Il Signore mi ha preso in braccio e ha sanato tante ferite che mi portavo nel cuore. Questo mi porta a vedere la vita in modo diverso. Ora affronto i problemi con la preghiera, con atti costanti di fede perché è bello accogliere ciò che il Signore chiede. Oggi dedico la mia vita a Dio e alle opere di carità, a favore dei carcerati e dei senza fissa dimora a Roma e attraverso alcune realtà in Burundi. L’associazione Le Opere del Padre, con la spiritualità della Divina Misericordia, mi aiuta anche ad aggregare fratelli per educarci a fidarci di Dio: preghiera e opere non possono essere separate”.
Ha concluso il Vescovo ripetendo che Dio che è amore è davvero la spiegazione di tutto. Dobbiamo superare l’equivoco che l’amore possa essere ridotto a qualcosa di dolciastro. Dio è la spiegazione di tutto perché è la mia vita, è la mia vocazione. Dio è origine e compimento della nostra vita personale. “Dio è il mio tutto, il mio bene, il mio tesoro” ha ribadito richiamando le parole del sacerdote Domenico Lentini di cui stiamo celebrando lo speciale anniversario nel ventesimo della beatificazione. Infine l’invito: “Nelle nostre famiglie accada un’educazione integrale e integrante perché siamo veramente felici, proprio come Claudia”.
Un augurio, una certezza: chi ha partecipato ha respirato una bellezza, quella che segna la vita.
Giovanni Lo Pinto

Terzo e Quarto appuntamento di Dottrina sociale della Chiesa

“La SOLIDARIETÀ è l’altro nome della carità, è quanto è capace di umanizzare l’uomo distratto del nostro tempo, è ciò che mette in discussione eppure rende l’uomo capace di sentirsi felice di esistere perché l’altro lo completa, gli rivela la sua identità”.
Lo ha detto il Cardinal MONTENEGRO, don Franco, che è intervenuto al Cinema di Francavilla in Sinni nel contesto di Scuola di Cristianesimo, “voluta – ha ribadito Orofino – perché maturi un criterio di giudizio per stare nella realtà. Non un corso ma una scuola perché la fede ha a che fare veramente con la vita e vogliamo che diventi cultura”.
Le parole di Montenegro sono stata una lezione di vita offerta da una persona semplice, felice di amare, lui testimone e maestro autorevole della “chiesa del grembiule”, di come ci si prende cura dell’altro, ovunque… quindi anche a Lampedusa, nella diocesi da lui guidata. Sua Eminenza ha richiamato che si ha a che fare con Dio quando si prega e quando si continua il dialogo con l’Eterno a contatto con la sua carne, ogni uomo, povero incluso. Perché ogni creatura umana, nella sua unicità, è volto di Cristo, sua manifestazione storica. “E alle caritas, nelle parrocchie, – ha aggiunto il porporato – non compete sostituirsi ai fedeli nell’esercizio della delega all’amore ma tocca educare a questo stile di prossimità vero ogni cristiano delle nostre comunità”. Si è felici se si ama Cristo e se si aspira lietamente alla santità. Il sorriso sincero e il volto serafico del Presidente di Caritas Italiana, oltre che vescovo di Agrigento, ne sono prove incontestabili.
Giovanni Lo Pinto
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Bellissimo l’incontro a Francavilla in Sinni sul “bene comune, la dimensione sociale e comunitaria del bene morale“. Presente l’onorevole Enrico Letta che, con l’arte narrativa e lo spiccato acume di un “maestro vero”, ha offerto una lezione che ha abbracciato a tutto tondo lo scenario internazionale, la realtà educativa e l’impatto dei mezzi di comunicazione nei contesti vitali attuali. Partendo dalla Sacra Scrittura, dalla storia di Giuseppe e del faraone, ha presentato un incoraggiante quadro relazionale ed educativo. Non è mancato uno sguardo attento alla geografia e ai cambiamenti demografici dell’ultimo cinquantennio. Un europeista convinto che ha invitato a far sì che i valori fondanti la nostra civiltà possano essere al centro delle scelte: welfare (senza il quale non ci sarà bene comune), lotta alla corruzione e all’evasione fiscale (solo la comune appartenenza allo Stato aiuta a sostenere la causa di tutti). E infine ha affermato che solo una sussidiarietà autenticamente vissuta aiuta a leggere il Sud in un quadro profondamente unitivo del Paese che vada oltre federalismi e regionalismi mal interpretati che aprono alla sfiducia nei confronti di una “questione meridionale” perennemente aperta. Il tema era stato sollecitato da Edmondo Soave che, introducendo, ha presentato la forza della speranza cristiana che ardisce cercare il bene comune anche in una terra in cui, a cusa di tante vicissitudini, rischia di farla apparire fioca. La logica dell’incarnazione, ha affermato Soave, chiede di leggere la realtà con l’intelligenza della fede e questa è la sfida che sottostà al percorso di Scuola di Cristianesimo della Diocesi di Tursi-Lagonegro.
Il vescovo Mons. Vincenzo Orofino ha concluso invitando a rinnovare l’incontro con Gesù Cristo che cambia la vita e le dona una direzione decisiva. Appartenere alla Chiesa – ha affermato il presule – fa la differenza. Ha lodato infine l’argomentazione del concetto di “restituzione” caro al già premier Letta che aveva presentato l’esperienza di una “scuola” alla quale prendono parte cento giovani italiani, sostenuta da borse di studio create con la generosità di tante persone che si sono realizzate nella vita lavorativa e che ora possono incoraggiare altri ragazzi ad uno sguardo oggettivo e lucido sulla realtà offerto da 40 figure autorevoli che diventano testimonial e narratori di come sia possibile “pensare e fare in grande”.
La sussidiarietà – ha affermato Letta – rende grande la persona e, al contempo, la società.
Appuntamento al 28 aprile quando sarà presente il Cardinale Francesco Montenegro, presidente di Caritas Italiana, che guiderà la riflessione sulla solidarietà, principio sociale e virtù morale.
Tutti possono partecipare mentre sono particolarmente invitati, oltre agli operatori pastorali, gli amministratori e gli operatori sociali.
Giovanni Lo Pinto
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