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Secondo focus del percorso “In ascolto del Creato”

domenica 17 gennaio 2021 dalle ore 17.30 alle 19.30

 

 

 

 

 

 

 

 

 

https://fb.watch/349B_Kv4Uh/

 

Domenica 17 gennaio 2021, dalle ore 17.30 alle ore 19.30, si svolgerà a distanza il secondo dei quattro focus previsti nel percorso ecclesiale annuale “In ascolto del creato”, finalizzato alla “conversione ecologica globale” personale e comunitaria, proposto dal Consiglio Pastorale Diocesano e dalla Consulta Diocesana delle Aggregazioni Laicali di Tursi-Lagonegro.

Traccia tematica del focus: “la spiritualità della Laudato si’ e modello di Chiesa”.

È possibile partecipare tramite la pagina Facebook “Diocesi Tursi-Lagonegro” o la piattaforma Zoom (832 0676 6189 – passcode 170121).

Interviene la prof.ssa Serena Noceti, docente Ecclesiologia presso la Facoltà Teologica dell’Italia Centrale – Firenze.

Il programma prevede la preghiera iniziale, guidata da don Gianluca Bellusci, Assistente della CDAL e la presentazione dei lavori da parte di Anna Maria Bianchi, Presidente CDAL.

Quindi la prof.ssa Serena Noceti terrà la Relazione: “Chiesa e/è casa comune. La missione della Chiesa nel mondo”.

A seguire l’interazione a distanza e le indicazioni per continuare il lavoro nelle Parrocchie. Per porre alla Relatrice domande scritte attinenti alla tematica affrontata, durante il focus è disponibile il numero telefonico 375 5933457 (solo whatsapp).

 

Dalla parte delle radici

“Pochi teologi hanno riflettuto, in questi cinque anni dalla pubblicazione di Laudato si’, sulla immagine ed esperienza di Chiesa che emerge dalle pagine dell’enciclica”. L’affermazione apre la scheda preparatoria a questo secondo Focus donataci dalla teologa Serena Noceti. Il significato può valere anche per i nostri lavori.

Potrebbe suonare strano o improprio, in un percorso che vuole approfondire un documento sulla cura della casa comune, occuparsi del profilo, volto o immagine di Chiesa che dir si voglia, ma il capitolo dell’enciclica sulla spiritualità ecologica lo richiede direttamente. Se Papa Francesco richiama ad assumere una nuova prospettiva antropologica e un nuovo stile di vita non solo come singoli, ma anche come comunità cristiana, siamo tenuti ad interrogarci su quale comunità cristiana, quale Chiesa, con quali caratteristiche, può  favorirlo. In altre parole, di quale “modello” di Chiesa c’è bisogno per affrontare con speranza questa crisi ecologica e antropologica insieme. Possiamo tentare di abbozzare qualche tratto. L’intervento di Serena Noceti ci aiuterà a metterlo a fuoco più compiutamente.

Una Chiesa-comunità. L’icona del pellegrino ci accompagna anche in questa seconda tappa del sentiero che stiamo percorrendo, proponendo e chiedendo il passaggio da pellegrino a popolo pellegrinante, da io a noi. “È il momento del noi” ha ripetuto più volte papa Francesco nell’intervista resa a Fabio Marchese Ragona, declinando con parole diverse il “nessuno si salva da solo”. Il cristiano, dunque, non può essere uno che cura solo i fatti propri. “Si ama tanto più efficacemente il prossimo, quanto più ci si adopera per un bene comune rispondente anche ai suoi reali bisogni” (Caritas in veritate, 7). E non c’è dubbio che la cura della casa comune e dei suoi abitanti è, oggi, reale bisogno di tutti, oltre che autentica via per la pace.

Una Chiesa con le porte aperte. La Chiesa è nata ‘in uscita’, inviata a portare a tutti gli uomini l’annuncio del Vangelo, accompagnandolo con i segni  della tenerezza e della potenza di Dio. Porte spalancate, dunque, non solo perché tutti possano entrare, ma anche per far uscire dal tempio. Far entrare la vita, uscire per incontrare la vita. È rischioso, perché la vita porta con sé tutti i suoi problemi, compresa la crisi ecologica, ma inevitabile.

Una Chiesa tutta ministeriale, come fortemente sottolineato nei documenti e nei lavori del sinodo per l’Amazzonia. Con il recentissimo motu proprio “Spiritus Domini” papa Francesco ripropone in un gesto concreto il volto di una Chiesa tutta ministeriale, con una decisione che colloca “nell’orizzonte di rinnovamento tracciato dal Concilio Vaticano II”. Ministero, ministro, minister, minus stare, stare sotto. Avere un ministero vuol dire stare nella parte sotto, che non si vede, essere le pietre che reggono il peso dell’edificio e gli garantiscono solidità e stabilità. Senza le pietre interrate tutto cade giù. È così anche per l’albero, che le radici ancorano al suolo e sorreggono. Se vengono meno, se le recidi,  anche l’albero più vigoroso crolla.

La strada è chiara, ma non è facile percorrerla. Lo sa anche Papa Francesco. Nel ricordarci che, soprattutto nei deserti esteriori ed interiori, siamo chiamati ad essere persone-­anfore per dare da bere agli altri, aggiunge che  “a volte l’anfora si trasforma in una pesante croce” (EG 86).  Persone-anfore, un altro modo  per dire ministero, come le impalcature per le quali Helder Camara invita a pregare in una delle sue meditazioni poetiche: “Quando vedi smontare le impalcature ammiri – è chiaro – l’edificio che sorge. Ma prega per le impalcature, perché è duro servire di sostegno alla costruzione, essere necessario al lavoro e, nell’ora della festa, essere tolto come un ingombro”.

Siamo pronti ad essere quelli che non solo accettano, ma scelgono  di essere impalcature, anfore, pietre, radici, insomma di lavorare stando nascosti sotto, dalla parte delle radici? Perché non è solo questione di “fare”, bensì di un fare che diventa azione coerente con la fede professata, grazie alle motivazioni che provengono da una spiritualità non intimistica e disincarnata, ma fondata su quel Dio che si è fatto carne ed ha posto la sua dimora in mezzo a noi.

Anna Maria Bianchi, Presidente CDAL di Tursi-Lagonegro

Su Rai Uno il 3 gennaio il film: “Chiara Lubich. Tutto vince l’amore”

Dal film emerge il ritratto di una donna libera, appassionata e coraggiosa che vive per un grande sogno coltivato oggi da tanti: realizzare la fratellanza universale

“Una storia importante, la storia di una donna normale che riesce a fare qualcosa di straordinario in mezzo ad un contesto di dolore, una figura molto sfacettata il cui disegno era avvicinare le persone”. Il direttore di Rai Fiction, Maria Pia Ammirati, apre una conferenza stampa in modalità online molto affollata, oltre un centinaio i giornalisti collegati per la presentazione del primo film su Chiara Lubich intitolato semplicemente “Chiara Lubich”, ma con un sottotitolo significativo “Tutto vince l’amore”, con cui si apre la stagione televisiva 2021 della Rai stessa. Si tratta di una coproduzione Rai Fiction – Eliseo Multimedia, prodotta da Luca Barbareschi in collaborazione con Trentino Film Commission e con il sostegno della Fondazione Museo Storico del Trentino. Verrà trasmesso in prima serata su Rai uno, domenica 3 gennaio 2021.

“Che tutti siano uno” come programma di vita

Il luogo dove ha inizio l’avventura di Chiara è la città di Trento, in piena seconda guerra mondiale. In mezzo ai bombardamenti, immersa nei dolori dell’umanità, capisce che c’è qualcosa che non potrà essere distrutto, è Dio. Sceglie di consacrarsi a Lui, ma per lei questo signfica rimanere nel mondo per poter amare tutti i fratelli e le sorelle. La decisione di vivere concretamente il Vangelo, condivisa con alcune ragazze, scatena la reazione dei benpensanti e trova difficoltà ad essere accettata anche nell’ambiente cattolico della città. “Che tutti siano uno” sono le parole del Vangelo che più colpiscono Chiara fino a diventare il suo programma di vita. A lei si uniscono altre persone, uomini e donne, prende forma così il Movimento dei Focolari, a lungo studiato dalla Chiesa e quindi approvato. Ora il Movimento è diffuso in 180 Paesi del mondo con l’intento di contribuire a realizzare la fratellanza universale nella convinzione che l’amore costruisce ponti tra gli uomini di qualunque razza o fede religiosa.

Un’affollata conferenza stampa online

A fare gli onori di casa alla conferenza stampa, anche il direttore di Rai Uno, Stefano Coletta: il film condensa in maniera molto diretta e senza retorica quella che è stata la persona della fondatrice del Movimento dei Focolari, afferma. “Lei aveva incontrato Dio nell’azione, prosegue, e così l’ha veicolato durante tutta la sua vita”. Di lei Coletta fa notare il suo essere persona pratica, curiosa, attenta, di grande intelligenza, priva di pregiudizi nei confronti degli altri, molto tenace. Il suo pensiero e la sua testimonianza, aggiunge, ci può offrire una chiave di lettura valida anche per il momento e il mondo di oggi. “Il mondo si è ridotto ad essere una monade – esordice il produttore Luca Barbareschi – si è chiuso in se stesso e vi prevale l’io al posto del noi”. Rivendica per il suo gruppo di lavoro, dunque, la scelta di voler impegnarsi su strade diverse, anche se difficili, e realizzare un film su Chiara Lubich, dice, è stata forse la più difficile. “Metafora di speranza e di coraggio in un periodo in cui manca l’ispirazione per andare avanti, simbolo di semplicità, di passione, di volontà di unire, di promuovere il dialogo tra persone diverse, si è continuamente arricchita delle diversità”, dice di lei.

Protagoniste le prime compagne di Chiara

Nel film, tra le prime cinque ragazze che si stringono attorno alla giovane Lubich, c’è anche Ines interpretata da Aurora Ruffino. Il suo intervento in conferenza stampa è carico di emozione e riferisce di un rapporto costruito con le altre interpreti molto intenso di sorellanza. Mette in rilievo il valore dell’unicità di ogni persona, ci si può voler bene, afferma, anche se si prendono strade diverse, come farà il suo personaggio, che, pur desiderando seguire la stessa strada di consacrazione fatta da Chiara, capirà che la sua vocazione è un’altra, quella di farsi una famiglia, ma che nulla le potrà impedire di vivere l’amore verso Dio e verso gli altri con la stessa intensità.

Campiotti: l’estrema chiarezza del Vangelo

Giacomo Campiotti non è alla sua prima esperienza come regista di ritratti di santi e di personaggi che hanno ispirato la nostra storia, come il dottor Moscati, il maestro Manzi, il giudice Di Bella. Questa “è stata un’impresa esaltante – afferma – ma è stata anche la sceneggiatura più difficile della mia carriera, poteva fallire e invece ci siamo riusciti”. Ai nostri microfoni spiega qualcosa di più: “Diciamo che la storia di Chiara manca un po’ di quegli elementi super drammatici così cari alle fiction, perchè il suo percorso è soprattutto un viaggio interiore e quindi è più difficile da raccontare. Penso però che noi ci siamo riusciti cercando di ritrovare nel suo messaggio, nella sua vocazione, le cose più semplici, che sono quelle più profonde, e quelle che potevano arrivare a tutto il pubblico, e cioè questa idea che c’è nel Vangelo, così semplice, che è quella di amare gli altri e di vedere Dio nel prossimo. Ecco nel momento in cui tu riesci a rapportarti con le altre persone per praticare la solidarietà, l’ascolto e l’amicizia, tutto cambia dentro di te e anche intorno a te”. E’ quello che è successo a Chiara che non aveva nessuna intenzione di fondare un movimento, con milioni di persone addirittura di tutto il mondo, osserva Campiotti, “lei stava cercando solo di seguire la sua coscienza e guardate che cosa è successo”.

Gli inizi a Trento: la scelta di Dio e i poveri

Ciò che il film descrive è l’inizio della grande avventura di Chiara e l’inizio non è stato facile per lei che era una donna, una laica, una persona che non ha sempre la risposta pronta, che si fa tante domande. E questo ce la fa sentire più vicina. Il regista ci spiega che per raccontare tutta la vita di Chiara ci sarebbero voluti due o tre film, e allora “piuttosto che raccontare tutto in maniera un po’ veloce, saltando di qua e di là, abbiamo scelto di dedicarci alla parte più affascinante e cioè l’inizio, il momento in cui lei scopre la propria vocazione ed è una ragazza come tutti noi a cui a causa della guerra crolla tutto, ma lei ha fede e giorno dopo giorno decide di dedicare la sua vita a Dio e alle persone più indifese, quelli che non possono scappare nei rifugi, i poveri. Sceglie una direzione, nel suo caso il Vangelo e cerca di tenere il timone dritto per mantenere la rotta”.

La Provvidenza nella vita di Chiara

Dio era al centro della vita di Chiara e delle sue prime compagne, e nelle loro semplici giornate la Provvidenza non mancava e numerosi sono stati gli episodi che avevano del miracoloso. Il rischio per il film di cadere nella retorica facendo di questa figura ‘un santino’, era reale. Campiotti dice che non c’era l’intenzione di misconoscere la dimensione spirituale di Chiara, e che spera che lo spettatore capisca che la cosa veramente rivoluzionaria in Chiara è stato prendere in mano il Vangelo e volerlo vivere, ma che si è scelto di rappresentare uno solo di questi episodi: “un giorno nella casa dove lei abitava con le sue compagne, si presenta una donna che chiede qualcosa da mangiare, loro hanno solo due uova e sono in cinque, ma Chiara li dà a quella povera. Un momento dopo arriva un’amica portando una decina di uova che le erano state regalate. Non bisogna aver paura di parlare di miracoli – conclude Campiotti – esistono e sono molto più vicini a noi di quello che pensiamo”.

L’uscita del film in un tempo cruciale per l’umanità

Il tv movie su Rai uno, cade nel Centenario della nascita di Chiara, ma coincide anche con il periodo difficile che stiamo vivendo, anche se non è la guerra di allora. Campiotti sottolinea, a questo proposito, che l’uomo proprio nei momenti più duri è chiamato a tirare fuori il lato migliore di sè per tentare di trovare una soluzione e che, nel rispetto di quanti stanno soffrendo, per la pandemia, possiamo leggere il nostro tempo come un’opportunità per “cercare di recuperare tante cose che avevamo perso e che solo questo silenzio, questa solitudine a cui siamo obbligati, ci aiutano, se lo vogliamo, a capire quante cose abbiamo perso nel chiasso e nella fretta, nella corsa ad inseguire cose anche frivole. La natura ha schiacciato un tasto e ci ha messo in pausa – prosegue Campiotti -, possiamo decidere come viverla, se imprecare soltanto o valutare che cosa ci sta dicendo e tante persone, credo, stiano recuperando tanti valori che poi speriamo porteranno il mondo a essere un po’ diverso. Ecco, l’obiettivo di Chiara, era il “Che tutti siano uno” che Gesù dice nel Vangelo, e che tutti e tutto siano collegati è una cosa che la pandemia ci sta dicendo. Il nostro mondo è diventato piccolo e se non capiamo che, come sostiene Papa Francesco, oggi ci vogliono un nuovo modello economico e una nuova giustizia, allora sarà molto dura. Per questo – conclude Campiotti – credo che raccontare di Chiara sia attualissimo e attualissimo quello che lei dice e che possa parlare non solo ai credenti, ma a tutte le persone di buona volontà.

Capotondi: Chiara, una donna senza pregiudizi

Tra le domande dei giornalisti il rapporto complesso nei primi anni, tra le autorità ecclesiastiche e Chiara, a Trento e poi a Roma, le indagini e gli studi condotti dal Sant’Uffizio sul Movimento nascente così originale, e sulla persona stessa di Chiara, con momenti di sospensione, la richiesa di dimissioni dal ruolo di dirigente del Movimento di Chiara stessa, fino all’autorizzazione ad andare avanti e alla definitiva approvazione da parte di Papa Paolo VI nel 1964. E poi tante domande alla protagonista, l’attrice Cristiana Capotondi, sulla costruzione del suo personaggio, su ciò che di Chiara l’ha colpita di più. Una giovane donna alle prese con il dolore del mondo, risponde, questa mi è apparsa Chiara, in un momento di sfilacciamento delle relazioni, e mi pare che il film renda tutto questo molto bene. La determinazione, la dolcezza, la semplicità, gli aspetti che più l’anno colpita di una donna che, dice, è sempre rimasta giovane, perché non aveva sovrastrutture o paure, e andava sempre oltre ogni diversità. Questo film capita nel momento giusto, sostiene, Chiara insegna a tutti che cosa significa essere fratelli, essere vicini.

 

di Adriana Masotti
su www.vaticannews.va

 

 

Primo focus del percorso “In ascolto del Creato”

domenica 15 novembre 2020 dalle ore 17.30 alle 19.30

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Domenica 15 novembre 2020, dalle ore 17.30 alle ore 19.30, si svolgerà a distanza il primo dei quattro focus previsti nel percorso ecclesiale annuale “In ascolto del creato”, finalizzato alla “conversione ecologica globale” personale e comunitaria, proposto dal Consiglio Pastorale Diocesano e dalla Consulta Diocesana delle Aggregazioni Laicali della Diocesi di Tursi-Lagonegro.

È possibile partecipare tramite la pagina Facebook “Diocesi Tursi-Lagonegro” o la piattaforma Zoom (ID 817 3277 0614 – Pw 661292).

Interviene il prof. don Enzo Appella, docente di Sacra Scrittura presso la Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale – sezione San Luigi

Il programma prevede la preghiera iniziale, guidata da don Gianluca Bellusci, Assistente della CDAL e la presentazione dei lavori da parte di Anna Maria Bianchi, Presidente CDAL.

Quindi il prof. don Enzo Appella terrà la Relazione: “Uomo di terra, di luce divina. La teologia della creazione di Genesi 1-2”. A seguire l’interazione a distanza e le indicazioni per continuare il lavoro nelle Parrocchie. Per porre al Relatore domande scritte attinenti alla tematica affrontata, durante il focus è disponibile il numero telefonico 375 5933457 (solo whatsapp).

don Giovanni Lo Pinto

 

Pellegrini, non vagabondi

Il sentiero è da sempre immagine privilegiata del viaggio, a sua volta metafora pedagogica e della vita. Un sentiero acciottolato è l’immagine che ci accompagnerà nel percorso di approfondimento della Laudato si’. Anche la Lumen Gentium coglie il Popolo di Dio come popolo pellegrinante e negli Atti i cristiani sono definiti “quelli della via”. Sono quelli della via sia i pellegrini sia i vagabondi, ma il pellegrino ha una meta, sa dove sta andando, il vagabondo no e rischia di perdersi.

Certamente vivere nella post-modernità costringe a ridefinire continuamente la propria identità, ricostruendosi nella variabilità delle situazioni e degli eventi. Questo genera incertezza ed ansia, che si cerca di placare con un fare affannoso ed affannato. Per imparare a sostare, per nutrire quel convincimento che consente, per dirla con Marc Augè, il passaggio dal semplice fare, che si esaurisce nel gesto, all’agire cosciente e finalizzato, capace di gettare oltre il cuore e la mente, abbiamo iniziato concedendoci un “pellegrinaggio contemplativo” in un luogo di grande bellezza sabato 5 settembre 2020 presso il Lago Sirino in Nemoli.

Adesso può iniziare un altro tipo di pellegrinaggio, alla scoperta e approfondimento degli “assi portanti” nella Laudato si’, per entrare in sintonia con alcuni suoi punti essenziali, come la presenza di un’unica grande crisi sociale e ambientale insieme, per cui occorre rispondere al grido della terra e al grido dei poveri mantenendo l’interconnessione, e come la necessità che l’uomo riscopra il suo “posto giusto” nel creato per recuperare una sana relazione con Dio, con gli altri, con la natura, oltre che con se stesso. In questa armonia sta l’integralità anche della conversione globale a cui Papa Francesco accoratamente ci richiama. È la prospettiva che sottende e rende ragione dei vari interventi che si possono attivare, delle varie azioni che si possono proporre e attuare.

Al di fuori di questo orizzonte non ci sarebbe differenza sostanziale fra azione cristiana e interventi di varie associazioni ambientaliste. È il doppio perché, motivazionale e finalistico, a fare la differenza e a sostenere “In ascolto del creato”, percorso formativo laboratoriale scandito su quattro aspetti focali. L’iter processuale mira a coinvolgere fin dall’inizio tutte le comunità parrocchiali diocesane attraverso i Consigli Pastorali, chiamati a riflettere su schede predisposte da esperti-testimoni per approfondire il messaggio dell’enciclica e declinarne la ricezione locale. Gli esiti confluiscono in sintesi per zone pastorali, restituite sistematicamente alle Parrocchie e proposte all’esperto-testimone come base di confronto.

Per essere pellegrini serve viaggiare leggeri, spogliarsi del superfluo guardando alla spogliazione di Francesco d’Assisi, che è l’icona della sua conversione. Viaggiare leggeri con solo l’essenziale, che dipende dalla meta e dalla durata del viaggio. Per questo viaggio l’essenziale è ritornare alla sorgente dell’incontro con il Signore per riscoprire la relazione di reciprocità responsabile tra essere umano e natura. Vivere una spiritualità legata alla Laudato si’ e fare un percorso di conversione ecologica è qualcosa in più rispetto al cambiamento del proprio stile di vita: vuol dire sentirsi parte del creato, ritrovare nel creato il proprio “posto giusto”. Per farlo è imprescindibile una riflessione sulla teologia della creazione, avvalendosi di un esperto che in modo documentato e argomentato, con riferimenti precisi alla Scrittura, ci aiuti a superare preconcetti e interpretazioni riduttive ed errate del “dominio” sul creato. Ci farà questo dono il prof. don Enzo Appella, docente di Sacra Scrittura alla Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale, che ci guiderà nel primo focus, basilare per l’intero percorso, centrato sulla teologia della creazione.

Potrebbe diventare occasione preziosa per riappropriarci di una visione e missione che abbia la sua essenza nel Vangelo contestualizzato, attualizzato e vissuto e la sua prassi nell’etica della “cura”. Non si tratta di aggiungere progetti “nostri” ai tanti altri già in campo, ma di saper indicare costantemente l’oltre di ogni progetto umano. E tendere a una conversione comunitaria radicata nella consapevolezza che abbiamo bisogno di una comunità per vivere la Laudato si’, per vivere il Vangelo: il Padre Nostro è una preghiera al plurale.

Anna Maria Bianchi, Presidente CDAL di Tursi-Lagonegro

Gesto iniziale del percorso “In ascolto del creato”: CONTEMPLARE – AGGIORNATA LA LOCALITA’: A LAGO SIRINO DI NEMOLI, sabato 5 settembre 2020

 

 

 

 

 

 

 

La Diocesi di Tursi-Lagonegro comunica che, per motivi precauzionali legati ad un caso di coronavirus, il gesto iniziale del percorso ecclesiale “In ascolto del Creato”, programmato per domani 5 settembre 2020 a Bosco Magnano di San Severino Lucano, con lo stesso programma e alle medesime modalità, è spostato presso il LAGO SIRINO di NEMOLI.

 

 

Sostare, voce del verbo amare

Nel capitolo VI della Laudato si’, tutto dedicato  alla spiritualità ecologica, papa Francesco ci dice che un elemento decisivo è sviluppare atteggiamento contemplativo, come quello che San Francesco testimonia nel Cantico delle Creature. Significa saper cogliere la presenza di Dio in tutte le cose, saperne ammirare la bellezza per  custodirla e promuoverla, avvertire il senso di fratellanza con tutto il creato.

Il Cantico ci insegna a fermarci sulle cose, a dare aggettivi a ogni elemento del creato, a riscoprirsi fratelli della creazione perché figli dello stesso Padre. Questa contemplazione non avviene in contesti eremitici o in un attivismo ambientalista svuotato della relazione con i poveri, ma con un gesto di preghiera, di autentica umiltà e di rallentamento.

Il pellegrinaggio nel bosco, gesto iniziale del percorso diocesano “In ascolto del creato”, ha proprio lo scopo di farci rallentare per “vedere” il nostro territorio, contemplarne la bellezza, riconoscerne il valore e promuoverne la custodia.

Non si può vedere davvero senza posare lo sguardo con calma e questo richiede fermarsi un momento, sostare. Quanto è presente in noi questo atteggiamento, resistendo alla tentazione di una vita travolta dal fare? Nella quotidianità abbiamo fatto nostro il modello della fretta: correre per le mille cose da fare, tutte urgenti. Per il problema del cambiamento climatico è vero: dobbiamo fare in fretta, perché la nostra Casa comune letteralmente brucia per il surriscaldamento. Se diventa frenesia, però, rischia di chiuderci nel “cosa” e di staccarci dal “perché”, dimenticando è proprio il perché a dar senso al cosa. Senza la conversione del cuore ogni gesto concreto resta solo un fare affannato. Da qui l’importanza di saper sostare per entrare contatto con noi stessi, di saper rallentare per non fermare lo sguardo solo in superficie, per entrare in comunione profonda con i fratelli e con la natura tutta, che condivide con gli esseri umani la creazione divina e la redenzione in Cristo.

Sostare è più che fermarsi. È azzerare il rumore intorno e dentro di sé, è far tacere le tante voci per ascoltare la voce della natura, che “è piena di parole d’amore” (LS 225), e la voce dei fratelli impoveriti dalla nostra avidità, messi ai margini della società, diventati scarti, per usare la pregnante espressione della Evangelii gaudium.

Sostare, graficamente scomposto (so-stare), rimanda alla capacità di stare con tutto se stesso dentro a questa realtà, in questo momento; alla capacità e volontà di “abitare” il proprio territorio non da turista, di starci e non solo esserci. In questo senso sostare è declinazione di amare.

Dunque un pellegrinaggio di sosta, di contemplazione che diventa stupore per le meraviglie del creato e slancio grato del cuore per Chi ce le ha donate. Dalla contemplazione può scaturire il desiderio di capire fino in fondo che cosa Papa Francesco ci chiede quando parla di “conversione ecologica globale” e dal desiderio l’impegno a una conversione anzitutto personale, ma anche comunitaria, espressione dell’appartenenza ad una famiglia in cui il Padre è altissimo, onnipotente e buono, e in cui tutti gli elementi che la costituiscono (la combinazione di aria, acqua, fuoco e terra) sono riconosciuti fratello e sorella.

“La conversione ecologica che si richiede per creare un dinamismo di cambiamento duraturo è anche una conversione comunitaria” (LS 219) e questo gesto iniziale che ci vede riuniti come Diocesi può essere l’anello di congiunzione dei due piani.  Senza i tanti, piccoli gesti individuali che magari nessuno vede, ma che sono altrettanti contributi alla salvaguardia della  bellezza del creato, nulla cambia; ma senza incidere sul livello istituzionale, delle scelte politiche e amministrative, non si aggrediscono le cause strutturali del degrado che ferisce e sfregia la bellezza del creato e la dignità di tanti singoli  uomini e donne e di intere categorie e comunità.

Non si possono scindere i due piani, perché “tutto è connesso” e, come abbiamo imparato dalla Evangelii gaudium, il tutto è superiore alla parte.

 

Anna Maria Bianchi
Presidente CDAL

 

Il programma annuale del Percorso ecclesiale “In Ascolto del Creato”

Verso il nuovo anno pastorale, l’Assemblea Diocesana

sabato 12 settembre alle ore 16.30 ad Arena Sinni di Senise

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Alle porte del nuovo anno pastorale il Vescovo Monsignor Vincenzo Orofino invita la Diocesi di Tursi-Lagonegro all’appuntamento dell’ASSEMBLEA DIOCESANA per la presentazione del “percorso pastorale” dell’anno. Un momento prioritario rispetto a tutte le altre attività delle parrocchie e delle aggregazioni laicali ecclesiali.
Si terrà sabato 12 settembre, presso l’ARENA SINNI, in Senise, dalle ore 16,30 alle ore 18,30. Un gesto ecclesiale di particolare importanza perché in questa occasione indicherà soggetti, obiettivi, metodo e azioni della programmazione annuale. E’ importante la presenza motivata dei sacerdoti, degli operatori pastorali e dei fedeli laici di tutte le parrocchie.
Il cammino ecclesiale dell’anno 2020-2021 – scrive il Vescovo nella lettera indirizzata ai sacerdoti della Diocesi – sarà scandito dall’ascolto. L’ascolto di Dio (attraverso le Scritture, la Liturgia e il Magistero ecclesiale) ci dovrà condurre a meglio calibrare la nostra opera educativa, mentre l’ascolto del creato ci permetterà di sintonizzare la nostra azione pastorale con le indicazioni del Santo Padre Francesco, riprendendo in modo più organico e incisivo l’insegnamento dell’Enciclica Laudato Si’ sulla cura della “casa comune”.

 


Le realtà ecclesiali, segno di speranza

Video incontro sabato 18 luglio alle ore 9.15

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Questo il titolo di un video incontro proposto dalla Consulta Nazionale delle Aggregazioni Laicali (CNAL), organismo in cui sono rappresentati attraverso propri responsabili a livello nazionale circa 70 Associazioni, Movimenti e Gruppi laicali riconosciuti come ecclesiali.
Un osservatorio indubbiamente privilegiato per “avere il polso” della situazione e conoscere dal vivo il carisma che caratterizza ciascuna realtà e l’apporto offerto congiuntamente al cammino di “conversione integrale” al quale Papa Francesco richiama costantemente la Chiesa.
Quali i “segni di speranza” offerti anzitutto alla chiesa italiana dalle nostre realtà?
Seguire il video incontro potrà consentire di (ri)scoprirlo dalla testimonianza diretta dei responsabili di alcune delle Aggregazioni che fanno parte della CNAL ed offrirà l’opportunità di porre domande con un SMS o un messaggio WhatsApp al numero 3384683007.
Anche la nostra Consulta Diocesana nel suo insieme e le singole Aggregazioni che la compongono potranno sicuramente avvantaggiarsi di quanto emergerà nel corso dei lavori. Per la CDAL potrebbe essere il momento di avvio del percorso di approfondimento di uno dei tre interrogativi-problema dai quali ha preso le mosse il progetto di lavoro per il prossimo anno pastorale: quale “visione” di chiesa e della sua missione nel mondo contemporaneo.
Appuntamento per sabato 18 luglio alle ore 9.15.
Si può seguire l’incontro sul canale Youtube ”Cittanuovatv” o partecipare su Zoom scrivendo preventivamente a cnal@chiesacattolica.it
L’evento prevede una durata di tre ore, fino alle 12.30; teniamolo presente nel programmare fin d’ora i nostri impegni
In un prossimo incontro assembleare CDAL potremo prendere in considerazione punti di particolare interesse che emergeranno.

Anna Maria Bianchi
Presidente CDAL

IN CAMMINO VERSO IL TEMPO DEL CREATO

L'approfondimento della Laudato si' proposto dalla CDAL

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Sviluppo sostenibile: solo un’utopia?

La CDAL prosegue nelle iniziative di approfondimento in preparazione del Tempo del creato e di tutto l’Anno straordinario della Laudato si’ segnalando un webinar organizzato e reso disponibile dal MASCI nell’ambito del cammino di preparazione al Festival dello Sviluppo Sostenibile (22 settembre-8 ottobre 2020), iniziativa per sensibilizzare e mobilitare cittadini, imprese, associazioni e istituzioni sui temi della sostenibilità economica, sociale e ambientale, con l’intento di realizzare un cambiamento culturale e politico che consenta all’Italia di attuare l’Agenda 2030 dell’Onu e i 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile. Alcuni coincidono con quelli proposti per il quinto anniversario dell’enciclica LS, per cui le iniziative connesse possono diventare utili momenti di formazione.
Il webinar, aperto a tutti, ha per tema “Sostenibilità nello sviluppo”.
La relazione è affidata al prof. Leonardo Becchetti dell’Università Tor Vergata di Roma.
Appuntamento per giovedì 11 giugno alle ore 21.00

Si può accedere al webinar dalla home page del sito www.masci.it

Preghiera Mondiale del 24 maggio 2020 al termine della Settimana Laudato si’

 

 

 

 

 

 

 

“Che tipo di mondo desideriamo trasmettere a coloro che verranno dopo di noi, ai bambini che stanno crescendo?”. Inizia con questa domanda il video messaggio inviato da Papa Francesco alle comunità cattoliche di tutto il mondo per invitarle a partecipare alla “campagna globale” della Settimana Laudato si’ nel quinto anniversario della pubblicazione della lettera enciclica.
La Settimana si è aperta il 16 maggio e si chiuderà domenica 24 con una Preghiera Mondiale.
La Consulta Diocesana delle Aggregazioni Laicali ha deciso di unirsi alla preghiera che si terrà alle ore 12 locali. Il testo è messo a disposizione di tutti, perché tutti possiamo unirsi. Non c’è necessità di ritrovarsi in presenza o sul web: ciascuno può farlo nel luogo e nel contesto in cui si trova.
È un primo piccolo, ma significativo passo per rispondere all’appello del Papa, perché “il grido della terra e il grido dei poveri non possono più aspettare”.
La CDAL intende continuare organizzando delle azioni/attività da realizzare nel Tempo del Creato (1 settembre – 4 ottobre 2020), a cominciare dall’approfondimento dell’enciclica.


In cammino verso il Tempo del Creato

L'approfondimento della Laudato si' proposto dalla CDAL

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La CDAL avvia le iniziative di approfondimento della Laudato si’ in preparazione del Tempo del creato approfittando di un incontro on line organizzato e reso disponibile dal Movimento Cattolico Mondiale per il Clima (GCCM) in collaborazione con il Movimento dei Focolari.
L’incontro ha per tema “L’attualità scientifica della Laudato si’ al tempo del coronavirus”.
Due le relazioni:
Degrado ambientale e COVID-19 affidata a Stefania Papa dell’Università della Campania “Vanvitelli”
Il sogno (folle) di Francesco: superare la crisi ambientale svolta da Luca Fiorani dell’Istituto Universitario “Sophia”.
Appuntamento per lunedì 25 maggio alle ore 20.45.
L’incontro on line durerà un’ora.

 

Registrati qui per partecipare.

Passio Christi nelle vie crucis del creato

La Via Crucis proposta dalla Consulta dei Laici di Tursi-Lagonegro

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La Consulta Diocesana delle Aggregazioni Laicali ha preparato, come è ormai tradizione, una via crucis da compiere il venerdì che precede la Domenica delle Palme salendo al santuario di Santa Maria degli Angeli di San Giorgio Lucano.
Il momento attuale non lo consente. Per essere comunque in comunione, insieme anche se distanti, offriamo a tutta la Diocesi le riflessioni e le preghiere curate dai rappresentanti delle varie Aggregazioni, prendendo le mosse dalle parole di Papa Francesco nella Laudato si’ e nella Evangelii Gaudium e da quanto suggerisce la Deposizione di Safet Zec, icona scelta per accompagnare il tema di quest’anno: vedere la Passione di Cristo nelle tante vie crucis del creato, al quale nella visione cristiana della realtà appartengono tanto l’uomo quanto la natura.
Nessun percorso al seguito di Cristo crocifisso può cominciare senza un sincero riconoscimento di un peccato di fondo: ritenerci autosufficienti, bastevoli a noi stessi, tentare di metterci al posto di Dio facendoci padroni indiscussi della natura e dei fratelli da usare a proprio piacimento per soddisfare brame di predominio, di potere e di ricchezza. Riflettere sulle gravi conseguenze che questo ha sullo scempio della natura e sul disastro climatico, altrettanti chiodi piantati nella carne viva dei più poveri o impoveriti, può aiutare a scuoterci della nostra indifferenza e inedia.

 

#chiciseparera