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CONVEGNO “Partire… Restare… Tornare… Il diritto di scegliere”

proposto dalla CDAL di Tursi-Lagonegro, Sabato 22 novembre a SAN PAOLO ALBANESE (PZ)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L’itinerario sulla restanza progettato dal Consiglio Pastorale e dalla CDAL di Tursi-Lagonegro è arrivato alla tappa intermedia.

Sabato 22 novembre alle ore 16:30 a San Paolo Albanese (PZ), nella Sala Convegni del Centro Civico, si terrà il Convegno “Partire… Restare… Tornare… Il diritto di scegliere”.

Il cammino è iniziato con la conferenza stampa di presentazione del pronunciamento sul Piano Strategico Nazionale per le Aree Interne (PSNAI) ed è proseguito con una serie di incontri territoriali che hanno coinvolto sindaci, parroci ed esponenti rappresentativi delle comunità civili locali.

La prima fase territoriale ha consentito di rubricare potenzialità e criticità emergenti, di abbozzare ipotesi per implementare le prime e ridurre l’impatto delle seconde, di identificare possibili “testimoni” che esporranno al Convegno le ragioni profonde del loro essere partiti, rimasti o ritornati e il “valore aggiunto” che la loro esperienza può rappresentare per la comunità.

Le testimonianze saranno precedute da due relazioni affidate rispettivamente al prof. Ferdinando Mirizzi, ordinario di Antropologia culturale all’Unibas, e al dott. Gianpiero Perri, a lungo direttore dell’APT di Basilicata ed attualmente Capo di Gabinetto del Presidente della Regione.

Ad aprire e chiudere i lavori gli interventi del vicario generale dell’eparchia di Lungro papàs Pietro Lanza e del vescovo di Tursi-Lagonegro mons. Vincenzo Orofino. Un segnale significativo di collaborazione.

Dal dibattito emergeranno prospettive e proposte per la seconda parte del cammino, previsto come ritorno sui territori focalizzato in ogni zona pastorale sull’aspetto più rilevante, da approfondire sempre nella stessa ottica: non minimizzare né tanto meno nascondere le criticità, ma nel contempo accendere i fari sulle tante realtà e potenzialità che troppo spesso non riusciamo a vedere e a utilizzare per rispettare la dignità delle persone e innalzare la qualità della vita in tutta l’area diocesana, specialmente nelle piccole comunità delle aree interne.

Comunicato della CDAL sul Piano Strategico Nazionale per le Aree Interne

 

 

 

 

Il PSNAI dalla parte delle radici

 

La Consulta delle Aggregazioni Laicali della Diocesi di Tursi-Lagonegro, espressione del laicato associato che intende ispirare la propria azione ai principi della Costituzione e del Vangelo, ha preso in attenta considerazione il nuovo Piano Strategico Nazionale per le Aree Interne (PSNAI), 2021-2027, tenendo conto che la nostra Diocesi e l’intera regione Basilicata sono in gran parte costituite da piccoli paesi a bassa consistenza demografica.

Apprezza i  principi dichiarati in premessa e l’esplicita dichiarazione che le strategie, calibrate sulle specificità di ciascun territorio e orientate al benessere delle persone, devono essere sviluppate in linea con i principi di sussidiarietà, partenariato e governance multilivello.

Ritiene che alcuni punti siano ben dettagliati, come ad esempio le “Linee Guida Trasporti per le Aree Interne”, dove si individua come fabbisogno il “Potenziamento dei collegamenti con porti, stazioni ferroviarie e aeroporti e con i poli erogatori di servizi”; nel contempo, però, si interroga su quale tipologia di aree interne sia stata presa in carico. Dall’analisi del documento si evince che di certo non si tratta di quella più profonda, lontana dalla visibilità mediatica, posta sotto le zolle della storia, dalla parte delle radici. Considerata la situazione in generale della nostra Regione, con la mancanza di un aeroporto regionale e con lo schema ferroviario alquanto ridotto, e di altri territori simili, è legittimo chiedersi come si possa pensare di intervenire nel concreto senza entrare pienamente nel merito proprio della carenza o dell’insufficienza di questo livello diciamo “superiore”.

La situazione non è molto diversa per altri settori e aspetti (la sanità, il lavoro, la cultura e l’educazione, la salubrità e protezione dell’ambiente) basilari per garantire una dignitosa qualità di vita a chi resta nelle piccole comunità delle aree interne. Impossibile non rilevare la discrepanza fra il dichiarato e l’indicazione di soluzioni per garantire il diritto di restare e per incentivare il ritorno di chi ha voluto o dovuto partire.

La CDAL guarda con preoccupazione in particolare all’Obiettivo 4 Accompagnamento in un percorso di spopolamento irreversibile dove si afferma: “Queste aree non possono porsi alcun obiettivo di inversione di tendenza, ma nemmeno essere abbandonate a se stesse: hanno bisogno di un piano mirato che le accompagni in un percorso di cronicizzato declino e invecchiamento”.

Prende atto che si rinuncia ufficialmente all’idea di invertire la tendenza allo spopolamento, per cui si pianifica e si accompagna il declino in una sorta di normalizzazione, di welfare del tramonto. Più che una strategia, sembra un verdetto di condanna: si certifica la fine dei municipi delle aree interne “con una struttura demografica compromessa” ovvero della maggior parte dei comuni presenti sul nostro territorio nazionale.

Come cittadini che “abitano” consapevolmente il proprio territorio e che si professano cristiani, non possiamo accettare questa sorta di eutanasia. Restare in silenzio sarebbe contraddire la nostra vocazione umana, prima ancora che civile e di fede, a coltivare semi di speranza. Per questo prendiamo posizione non “contro”, ma pro vita delle aree interne. L’obbedienza creativa al Vangelo abilita a immergersi nella storia, portando sempre un messaggio profetico, un messaggio per l’uomoanche a proposito della questione della restanza.

La CDAL, pertanto, avverte il dovere di rivolgersi

agli amministratori e ai decisori politici a tutti i livelli, per ricordare loro che l’art. 3 della nostra Costituzione afferma l’impegno della Repubblica a rimuovere gli ostacoli che limitano l’uguaglianza e la partecipazione, non a rassegnarsi alla loro presenza. Nelle nostre aree interne, per fare un solo esempio, il principio costituzionale che pone il lavoro a fondamento della Repubblica appare ancora oggi tradito;

alle singole comunità locali, per chiedere un supplemento di orgoglio e di impegno. Se dal Piano emerge una limitata capacità progettuale espressa dal territorio e una scarsa cooperazione tra i diversi livelli istituzionali, è il momento di attivare uno strumento promettente: la rete tra comuni. È molto più di una semplice interfaccia amministrativa: è un patto tra territori per superare campanilismi, valorizzare risorse e competenze, offrire opportunità che nessuno potrebbe avere da solo. In tempi di rapidità digitale e cambiamenti epocali, la collaborazione tra realtà diverse diventa una responsabilità condivisa per il bene comune, promuovendo coesione sociale, accesso equo ai servizi, cultura e quella sanità di prossimità ancora sostanzialmente evanescente.

 

Nella convinzione che il PSNAI richieda comunque una lettura approfondita, ma soprattutto un’ampia divulgazione e una vasta concertazione per sensibilizzare tutti i comuni d’Italia che versano nella stessa condizione di aree interne e per sollecitare un dibattito parlamentare che possa capovolgere il progetto di accompagnamento verso il declino,

 

la CDAL invita a partecipare alla CONFERENZA STAMPA

 

che si terrà alle ore 11 di sabato 6 settembre a Policoro, Centro giovanile “Padre Minozzi,” con l’intento di portare sotto i riflettori i punti nodali su cui si gioca il diritto di restanza, il diritto di poter scegliere di restare a vivere dignitosamente nel proprio paese, fra i propri affetti.

 

 

La Presidente della Consulta diocesana delle Aggregazioni Laicali

Anna Maria Bianchi

 

 

 


Via Crucis proposta della CDAL di Tursi-Lagonegro

al Santuario del Pantano in San Giorgio Lucano, venerdì 11 aprile 2025

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Un diritto ancora ignorato

Un tema non scontato quello scelto per la Via Crucis di quest’anno giubilare, a partire dalla stessa parola “restanza”, non nuova, ma neppure diffusamente conosciuta.
Questo nostro tempo, marcatamente segnato da migrazioni e spopolamento delle aree interne, è anche il tempo, più silenzioso, di chi “resta” nel suo luogo di origine e lo vive, lo interpreta, sentendosi ancorato e insieme spaesato in un luogo da proteggere e nel contempo da rigenerare radicalmente. Mentre, però, c’è una diffusa e accresciuta sensibilità per i diritti di chi parte o è costretto a migrare, non se ne coglie ancora altrettanta per i diritti di chi sceglie di restare.
Mettendoli al centro, la Consulta Diocesana delle Aggregazioni Laicali, con la collaborazione del Circolo Laudato si’ Valsarmento, propone Passio Christi nelle vie crucis della restanza.
Riflessioni e preghiere sul tema si accompagnano a parole della scrittura e del magistero e alla poetica visione offerta da La promenade, opera giovanile di Marc Chagall: chi vola, ma viene trattenuto per mano da chi resta, a sua volta lo trascina a volare. Appunto andare e restare.
A ben vedere, restare e andare sono anche i poli della vita del discepolo: restare con il Maestro per nutrirsi di Lui, Parola e Pane, e subito andare a portare a tutti la gioia e l’amore che questo incontro dona, per ritornare poi a una nuova sosta rigeneratrice.

Anna Maria Bianchi
Presidente CDAL
Animatrice Laudato si’


Via Crucis proposta della CDAL di Tursi-Lagonegro

al Santuario del Pantano in San Giorgio Lucano, venerdì 22 marzo 2024

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Lavoro: completare la creazione.

Quando a un uomo manca il lavoro, può dirsi pienamente realizzato? Se non ha mai fatto l’esperienza di lavorare, ha costruito davvero la propria persona?

Oggi più di sempre il lavoro è diventato problema cruciale nella vita di tante persone: il lavoro che non si trova o che si perde, il lavoro che riveste o spoglia di dignità la persona, il lavoro libero o schiavo…

Mentre troppi eventi e troppe circostanze sembrano accreditare ancora modelli di sviluppo economico che hanno quale finalità precipua il denaro, come cristiani vogliamo ragionare non nella logica del mercato, ma nella logica della creazione. In essa il lavoro è un luogo di  costruzione e realizzazione della persona umana nella sua totalità e non un mezzo di mero sostentamento. È travaglio per la trasformazione della natura, come quello della donna che partorisce una nuova creatura    È anche la prima vocazione dell’uomo, il  primo “comando” ricevuto da Dio: coltivare e custodire il giardino. Lavorando, dunque, portiamo a compimento l’opera creatrice, con-creiamo con Dio!

Rimettendolo al centro, la Consulta Diocesana delle Aggregazioni Laicali, con la collaborazione del Circolo Laudato si’ Valsarmento, propone Passio Christi nelle vie crucis del lavoro. È l’ormai tradizionale Via Crucis da compiere il venerdì che precede la Domenica delle Palme, quest’anno venerdì 22 marzo.

Parole della scrittura e del magistero, in massima parte tratte dalla Fratelli tutti, e l’immagine di Gesù nella bottega di Giuseppe, falegname opera di John Everett Millais dalla chiarissima densità simbolica e profetica, accompagnano meditazioni, riflessioni e preghiere sul tema.

Mondo del  lavoro, quindi, da guardare con realismo, cogliendone tutti i drammi e le disastrose conseguenze delle sopraffazioni e delle violenze che lo attraversano, ma sapendo al contempo vedere, con occhi di speranza,  i tanti segnali, grandi o piccoli, di bene e di solidarietà che ci sono. Proprio la solidarietà è il più grande valore che possiamo portare nel mondo del lavoro, per riconoscere riparare le ferite inferte da “questa economia che uccide”,

Per consentire a chi non potesse partecipare, ma lo desiderasse, di essere comunque in comunione, anche se distanti, il libretto è a disposizione di tutte le Parrocchie.

 

Anna Maria Bianchi
Presidente CDAL
Animatrice Laudato si’


Passio Christi nelle vie crucis della fraternità

Al Santuario di San Giorgio Lucano venerdì 31 marzo 2023 la Via Crucis proposta dalle Aggregazioni laicali della Diocesi

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Fraternità, oltre la carità

La fraternità è ancora un valore prioritario, una meta condivisa?

Troppi eventi in troppi ambiti, soprattutto ma non solo la guerra fratricida russo-ucraina che sembra non trovare soluzione di pace, lo stanno facendo dubitare.

Rimettendola al centro, la Consulta Diocesana delle Aggregazioni Laicali, con la collaborazione del Circolo Laudato si’ Valsarmento, propone Passio Christi nelle vie crucis della fraternità. È l’ormai tradizionale Via Crucis da compiere il venerdì che precede la Domenica delle Palme, quest’anno venerdì 31 marzo.

Parole della scrittura e del magistero, in massima parte tratte dalla Fratelli tutti, e  la drammatica denuncia di Guernica, opera senza tempo di Pablo Picasso, accompagnano riflessioni e preghiere sul tema.

Fermare l’attenzione degli occhi e del cuore sulle disastrose conseguenze di ogni forma di violenza e di sopraffazione, anche di quelle che stentiamo a riconoscere come tali, può aiutarci a riconoscere e riparare le ferite inferte con il nostro comportamento e stile di vita alla tunica senza cuciture della fraternità, che dovrebbe avvolgere, accomunandoli,  non solo tutti gli esseri umani, ma l’intero creato.

Per consentire a chi non potesse partecipare, ma lo desiderasse, di essere comunque in comunione, anche se distanti, il libretto sarà messo sul sito della Diocesi a disposizione di tutte le Parrocchie.

 

Anna Maria Bianchi
Presidente CDAL
Animatrice Laudato si’


Appello alle donne e agli uomini della Basilicata animati dalla speranza

La Consulta Regionale delle Aggregazioni laicali di Basilicata invita ad un percorso di tavoli tematici

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il disagio e la rassegnazione sociale, che tocchiamo con mano nelle nostre comunità cittadine, sollecitano i credenti ad una rinnovata responsabilità culturale che vogliono condividere con quanti non si rassegnano ad un destino che potrebbe sembrare già segnato. Per questo la Consulta Regionale delle Aggregazioni Laicali (CRAL) lancia un Appello a credenti e non credenti a costruire insieme percorsi di speranza nella nostra terra e propone un percorso sinodale di ascolto e confronto con quanti desiderano un futuro diverso per la nostra Basilicata. Il percorso si articolerà in tavoli tematici territoriali ed avrà un primo confronto generale sabato 23 aprile alle ore 17,30 presso il Parco del Seminario in viale Marconi di Potenza.


Via Crucis animata dalle Aggregazioni laicali

a San Giorgio Lucano venerdì 8 aprile 2022

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Troppi eventi in troppi ambiti – ultime le immagini atroci che documentano momento per momento la guerra fratricida russo-ucraina – stanno facendo dubitare che la dignità della persona umana e dell’intero creato sia ancora un valore prioritario e condiviso.

Rimettendolo al centro, la Consulta Diocesana delle Aggregazioni Laicali, con la collaborazione del Circolo Laudato si’ Valsarmento, propone per venerdì 8 aprile 2022  Passio Christi nelle vie crucis della dignità. È l’ormai tradizionale Via Crucis del venerdì che precede la Settimana Santa e quest’anno, dopo due appuntamenti forzatamente virtuali, può riprendere in presenza, lungo la salita che porta al Santuario di Santa Maria degli Angeli in San Giorgio Lucano.

Accompagnano il tema parole di papa Francesco tratte dalla Laudato si’ e dalla Fratelli tutti e l’icona dell’Ecce Homo di Antonello da Messina.

Per consentire a chi non potesse partecipare, ma lo desiderasse, di essere comunque in comunione, anche se distanti, il libretto con le riflessioni e le preghiere sarà pubblicato su questa pagina del sito della Diocesi a disposizione di tutte le Parrocchie.

Riflettere sulle gravi conseguenze dei peccati sociali che fatichiamo a riconoscere, può scuotere da una comoda  inerzia e aiutare  ad aprire il cuore, riconoscendo le ferite inferte con il nostro comportamento e stile di vita alla dignità di ogni essere umano e di tutta l’opera del creato.

Anna Maria Bianchi
Presidente CDAL
Animatrice Laudato si’


Gesto conclusivo “AGIRE” del Percorso ecclesiale “In ascolto del Creato”

Sabato 4 Settembre 2021 a Spinoso (PZ) - Area Turistica sul Lago del Pertusillo

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

A Spinoso, presso l’Area Turistica sul Lago del Pertusillo, Sabato 4 Settembre 2021 (ore 9.30-13.30) si terrà il gesto conclusivo del percorso ecclesiale “In ascolto del Creato” proposto dalla Diocesi di Tursi-Lagonegro (Consiglio Pastorale Diocesano e Consulta Diocesana delle Aggregazioni Laicali) con il patrocinio del Comune di Spinoso e la collaborazione del Circolo Laudato Si’ Valsarmento.

Si tratta, nello spirito con cui viene proposta la giornata, di ESSERCI IN UN LUOGO “FERITO” sentendo in sé le offese arrecate al Creato da interventi umani sconsiderati, identificare e mettere in atto gesti concreti di rispetto e protezione della “casa comune”.

 

Il programma prevede:
ore 9.30 Accoglienza – ore 10.00 Apertura lavori

Introduce e coordina Anna Maria Bianchi, Presidente CDAL, Animatrice Laudato Si’

Saluti:
– Lino De Luise, Sindaco di Spinoso
– don Antonio Allegretti, Parroco di Spinoso

Testimonianze e interventi
– Giovanni Grieco, imprenditore agricolo
– Gianbattista Mele, ISDE – Medici per l’Ambiente
– Ulderico Pesce, attore-narratore
– Classe II D primaria, I.C. “Lorenzo Milani” – Policoro
– Classe IV A ITCM, I.I.S. “Pitagora” – Policoro

Esame di coscienza ecologico e presentazione della Petizione “Pianeta sano, persone sane”

Conclusioni
S.E. mons. Vincenzo Orofino, Vescovo di Tursi-Lagonegro

ore 13.30 Chiusura lavori

Pranzo a sacco, momento di fraternità e di contemplazione individuale

Tutto si svolgerà nel rispetto delle norme di contenimento del Covid-19 in vigore al momento

 

 

Ferire, verbo di cura

Chiudiamo il percorso formativo diocesano di quest’anno pastorale in un luogo “ferito”.
Nella percezione comune ferire è verbo duro, crudele, che rimanda immediatamente a violenza, dolore, sangue… Mi piace pensare che possa esserci un altro modo di leggerlo, come fusione di due verbi latini: ferre, portare, e ire, andare. Dunque, andare a portare.
Anzitutto andare. Non è possibile visitare un luogo ferito virtualmente, online come abbiamo dovuto fare con i Focus. È necessario vedere da vicino, con calma e non solo con gli occhi, per poter “sentire” le offese arrecate al Creato da interventi umani predatori, da nostri interventi sconsiderati  o mancati interventi di cura e di protezione. Occorre sostare, come abbiamo fatto con il pellegrinaggio contemplativo iniziale, per sentire in sé la ferita.
E poi portare. Portare lì il nostro essere persona in tanti “altrove”, il nostro credere nel diritto di tutti di poter vivere in dignità, senza dover affrontare la lacerante e infame scelta fra salute e lavoro; il nostro sostenere il diritto anche delle generazioni successive ad avere un futuro, fosse pure incerto, ma non compromesso a priori dell’esserci noi appropriati di quanto spetterebbe loro.
Tonino Bello ci ha aiutati a scorgere nelle ferite del Risorto feritoie di grazia. Possiamo scoprire la bellezza di vivere in un contesto non semplice e di contribuire a fare davvero la differenza, ma farlo presto e in squadra.
L’ultimo rapporto dell’IPCC, Comitato intergovernativo per i Cambiamenti Climatici, è molto chiaro: il surriscaldamento che determina fenomeni estremi è vicino al punto di non ritorno. Le soluzioni ci sono. Gli scienziati le indicano da almeno 30 anni, ma le resistenze sono tante, a cominciare  dalle grandi aziende del gas e del petrolio che continuano a minimizzare l’emergenza. Lo sappiamo bene qui, nella Valle del petrolio, il Texas d’Italia, come suol dirsi.
Papa Francesco parla di ecologia integrale, che unisce ambiente, equità, poveri, pace internazionale… sfide ancora più esigenti e drammatiche con il nuovo Afghanistan talebano.
Il 2030 dell’Agenda ONU è già troppo lontano; dobbiamo accelerare con la dismissione di fonti fossili e idrocarburi che rilasciano CO2; dobbiamo iniziare subito. L’appuntamento della prossima Conferenza Mondiale sul Clima, in Scozia, dovrà trovarci pronti e decisi.
La conversione personale,  il cambiamento dei comportamenti individuali,  è importante. Certamente la prima custodia spetta a chi “abita” un luogo, ma non basta. “Ai problemi sociali si risponde con reti comunitarie. (…) La conversione ecologica che si richiede per creare un dinamismo di cambiamento duraturo è anche una conversione comunitaria.” (LS 219)
Nello specifico, servono accordi internazionali vincolanti per le quote di emissioni, non come l’Accordo di Parigi su base volontaria. Devono essere gli Stati a cambiare. Va chiesto con forza. Possiamo iniziare a farlo unendo la nostra voce a quella di Papa Francesco, aggiungendo la nostra firma alle tante altre per la Petizione “Pianeta sano, persone sane”.
Possiamo poi assumere e diffondere dosi massicce di un vaccino di cui eventi recenti e meno recenti, come gli oltre 40 Kilometri di barriera innalzati dalla Grecia al confine turco, la non unanimità degli Stati europei sull’accoglienza dei rifugiati, l’ambiguo nodo dei rapporti con la Libia mai sciolto, il gingillarsi con i distinguo dei vari politici del “prima noi”, segnalano l’urgente bisogno. Si tratta del vaccino CEA, contro l’epidemia di indifferenza, egoismo, chiusura.
La formula è semplice: C come coraggio, E come educazione, A come amore.
Ci vuole coraggio, che significa agire con il cuore, guardare in faccia la realtà e chiamare le cose con il loro nome,  farsi voce di chi non ha voce, riconoscere i propri errori e cambiare dall’interno.  Ci vuole educazione, perché si tratta di trasformare mentalità, comportamenti, e questo può avvenire solo per via educativa, non impositiva.
Ci vuole amore, che alimenta l’amicizia sociale, restituisce nobiltà alla politica come servizio e cura del bene comune, porta un valore aggiunto al principio liberale della corresponsabilità.
Si tratta di mettersi empaticamente nei panni del Creato ed agire di conseguenza.
Il futuro non è un luogo lontano da raggiungere. È ciò che stiamo costruendo oggi, insieme.

Anna Maria Bianchi
Presidente CDAL, Animatrice Laudato Si’

 


Quarto focus del percorso “In ascolto del Creato”

sabato 8 maggio 2021 dalle ore 17.30 alle ore 19.30

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Clicca qui per il VIDEO: https://fb.watch/5mqUfKCdRH/

Sabato 8 maggio 2021, dalle ore 17.30 alle ore 19.30, si svolgerà a distanza l’ultimo dei quattro focus previsti nel percorso ecclesiale annuale “In ascolto del creato”, finalizzato alla “conversione ecologica globale” personale e comunitaria, proposto dal Consiglio Pastorale Diocesano e dalla Consulta Diocesana delle Aggregazioni Laicali di Tursi-Lagonegro.

Traccia tematica del focus: “In ascolto del grido dei poveri”.

È possibile partecipare tramite la pagina Facebook “Diocesi Tursi-Lagonegro” o la piattaforma Zoom (ID 894 7048 8916 – passcode 080521).

Interviene il prof. Andrea Riccardi, Storico, Fondatore della Comunità di Sant’Egidio.

Il programma prevede la preghiera iniziale, guidata da don Gianluca Bellusci, Assistente della CDAL, il saluto del Vescovo S.E. Mons. Vincenzo Orofino e la presentazione dei lavori da parte di Anna Maria Bianchi, Presidente CDAL.

Quindi il prof. Andrea Riccardi terrà la Relazione: “Ascoltare la storia e il grido dei poveri”.

A seguire l’interazione a distanza e le Conclusioni di di Anna Maria Bianchi, Presidente CDAL

Per porre al Relatore domande scritte attinenti alla tematica affrontata, durante il focus è disponibile il numero telefonico 375 5933457 (solo whatsapp).

 

Perché ho avuto fame …

A mezzo secolo dal cosiddetto Patto delle Catacombe, sottoscritto da oltre cinquecento padri conciliari pochi giorni prima della chiusura  del Vaticano II, Papa Francesco riprende una felice espressione del Documento di Puebla (1979), l’opzione preferenziale per i più poveri (LS  158) e la propone con forza come imperativo etico. Inserendo la riflessione sulla crisi ambientale nel contesto più ampio dell’Insegnamento sociale della Chiesa, prospetta un modello in cui sviluppo sostenibile e grandi sfide si affrontano guardando gli ultimi, gli scartati, quelli che finora hanno pagato il prezzo più alto, soffrendo di privazioni gravi che minacciano la dignità della persona. Il Signore si è identificato con loro (cfr Mt 25, 31-46), quindi l’opzione preferenziale è scelta cristologica. Non opzione facoltativa, ma una decisione a cui ogni credente è chiamato, una carità non estranea alla giustizia.

In genere tendiamo a fare in modo che i poveri non siano troppo visibili: va bene rispondere alle loro necessità immediate, ma che poi non diano fastidio! Perché il dolore fa paura, il disagio inquieta, il bisogno scomoda la nostra tranquillità; perché è ancora mentalità diffusa considerare la povertà un fenomeno “naturale”, nonostante don Tonino Bello avesse già detto negli anni ottanta che poveri non si nasce, ma si diventa. In sintesi, diciamo povertà, ma dovremmo dire impoverimento, un processo strutturale costruito dalle società umane scegliendo principi e pratiche sociali di un certo tipo piuttosto che di un altro. L’azione per debellarlo consiste anzitutto nel contrastare l’arricchimento ingiusto e predatore. Questo non avviene in generale e nella nostra realtà regionale in particolare. Che cosa sostanzialmente non funziona? Scelte politiche che continuano a coltivare assistenzialismo invece di promuovere emancipazione. La ragione fondamentale dell’insuccesso ad oggi delle politiche nazionali ed internazionali per la riduzione e l’eliminazione della povertà perseguite fin dagli anni  settanta sta proprio nel fatto che sono state centrate sulla cura delle conseguenze, intervenendo sotto forma di aiuti sui sintomi, e non sulle cause strutturali dell’impoverimento.

Cambiare prospettiva implica puntare alla vera inclusione, impostare diversamente il welfare, considerare gli impoveriti non meramente destinatari di pietà, ma veri agenti di cambiamento per uno sviluppo sostenibile. Questa è un’acquisizione non scontata e non secondaria, al pari della ricca complessità della parola sostenibilità: non solo ambientale, economica e sociale, ma anche umana. Un’ecologia umana che tende a divenire teologica, in una dinamica di assunzione e di purificazione che orienta alla pienezza del definitivo in Dio.

Abbiamo chiesto al prof. Andrea Riccardi, storico, fondatore della Comunità di Sant’Egidio, di aiutarci a capire cosa vuol dire nel concreto saper ascoltare la voce, il grido dei poveri, nell’ottica di una vera conversione ecologica, che  è insieme personale e comunitaria.

Siamo convinti che come singole persone si può  fare molto nelle comunità locali, però aiutare singolarmente avallando nel contempo con la nostra inerzia un sistema sbagliato non può farci sentire con la coscienza a posto. Ci rendiamo conto che non è ancora quotidianità, nonostante le tante buone pratiche, il sentire  insieme, come popolo di Dio, il desiderio di costruire concretamente la società del gratuito, l’economia del dono.  Eppure ci è chiesta una opzione di fondo (Fratelli tutti 67): farsi carico del dolore o passare a distanza, riconoscere l’uomo caduto o affrettare il passo, l’inclusione o l’esclusione di chi soffre …. Deve continuare la logica per cui chi non ha “potere”, chi non ha i numeri è sempre perdente? Possiamo noi essere voce di chi non ha voce, suscitare consapevolezza, esercitare responsabilità, cercare di individuare e rimuovere le cause che possono accrescere povertà e marginalizzazione almeno nel nostro contesto?

Se vogliamo davvero non lasciare nessuno indietro, obiettivo per altro presente anche nell’Agenda 2030 (Dichiarazione, punto 4 dell’Introduzione), dobbiamo ricordarci con don Benzi che “non basta mettere le spalle sotto la croce del fratello; a chi fabbrica le croci occorre dire di smetterla”.

 

Anna Maria Bianchi, Presidente CDAL


PASSIO CHRISTI nelle vie crucis della “casa comune”

La proposta della CDAL per la Via Crucis del 26 marzo 2021

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La Consulta Diocesana delle Aggregazioni Laicali ha preparato, come è ormai tradizione, una via crucis da compiere il venerdì che precede la Domenica delle Palme, quest’anno venerdì 26 marzo.

Il momento attuale ancora una volta non consente di farlo in presenza. Per essere comunque in comunione, insieme anche se distanti, offriamo a tutta la Diocesi le riflessioni e le preghiere curate dalla CDAL con la collaborazione del Circolo Laudato si’  Valsarmento, prendendo le mosse dalle parole di Papa Francesco nella Laudato si’ e nella Evangelii Gaudium e da quanto suggerisce il Compianto sul Cristo morto di Giotto, icona scelta per accompagnare il tema di quest’anno: vedere la Passione di Cristo nelle tante croci della nostra “casa comune” e dei suoi abitanti, posando su di esse lo sguardo degli occhi e del cuore.

Riflettere sulle gravi conseguenze del peccato ecologico e dei peccati sociali che fatichiamo a riconoscere, può aiutare a scuoterci dall’inedia e dalla rassegnazione e ad uscire da una comoda  indifferenza.

 

#unitinellasperanza