Si è fatto povero per arricchirci con la sua povertà

“Quante persone hanno smarrito il senso della vita, sono prive di prospettive sul futuro e hanno perso la speranza!”. Papa Francesco lo scrive nel suo primo messaggio per la Quaresima. Un testo nel quale Bergoglio, tra l’altro, descrive “tre tipi di miseria”, quella “materiale”, quella “morale” – che “può ben chiamarsi suicidio incipiente” perché causata non di rado da mancanza di lavoro, salute ed educazione – e quella “spirituale”. E invita i fedeli a vedere nel periodo che precede la Pasqua un “tempo adatto per la spogliazione”.
Nel breve messaggio, spiega il Papa, di aver preso lo spunto da un’espressione utilizzata da san Paolo nella seconda Lettera ai Corinzi: “Conoscete infatti la grazia del Signore nostro Gesù Cristo: da ricco che era, si è fatto povero per voi, perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà”. Il messaggio si intitola, infatti, “Si è fatto povero per arricchirci con la sua povertà”. Si domanda il Santo Padre: “Che cosa dicono a noi, cristiani di oggi, queste parole di san Paolo? Che cosa dice oggi a noi l’invito alla povertà, a una vita povera in senso evangelico?”. In un primo paragrafo, dedicato alla “grazia di Dio”, Papa Francesco sottolinea che “l’amore rende simili, crea uguaglianza, abbatte i muri e le distanze”.
“E Dio ha fatto questo con noi” e precisa che “Dio non ha fatto cadere su di noi la salvezza dall’alto, come l’elemosina di chi dà parte del proprio superfluo con pietismo filantropico”.
Il Papa passa poi ad affrontare tematiche dal sapore sociale quando, nel secondo paragrafo intitolato “La nostra testimonianza”, spiega che sarebbe sbagliato pensare che la “via della povertà” sia esclusiva di Gesù “mentre noi, che veniamo dopo di Lui, possiamo salvare il mondo con adeguati mezzi umani”: “La ricchezza di Dio non può passare attraverso la nostra ricchezza, ma sempre e soltanto attraverso la nostra povertà, personale e comunitaria, animata dallo Spirito di Cristo”.
Papa Bergoglio distingue “tre tipi di miseria: la miseria materiale, la miseria morale e la miseria spirituale”. La miseria materiale, ovvero la “povertà”, “tocca quanti vivono in una condizione non degna della persona umana: privati dei diritti fondamentali e dei beni di prima necessità quali il cibo, l’acqua, le condizioni igieniche, il lavoro, la possibilità di sviluppo e di crescita culturale”. Di fronte a questa miseria la Chiesa “offre il suo servizio” per “andare incontro ai bisogni”, “guarire queste piaghe che deturpano il volto dell’umanità” e “fare in modo che cessino nel mondo le violazioni della dignità umana, le discriminazioni e i soprusi”.
Per il Papa, “quando il potere, il lusso e il denaro diventano idoli, si antepongono questi all’esigenza di una equa distribuzione delle ricchezze” e pertanto “è necessario che le coscienze si convertano alla giustizia, all’uguaglianza, alla sobrietà e alla condivisione”. Ma “non meno preoccupante”, per il Papa, “è la miseria morale, che consiste nel diventare schiavi del vizio e del peccato. Quante famiglie sono nell’angoscia perché qualcuno dei membri – spesso giovane – è soggiogato dall’alcol, dalla droga, dal gioco, dalla pornografia! Quante persone hanno smarrito il senso della vita, sono prive di prospettive sul futuro e hanno perso la speranza! E quante persone sono costrette a questa miseria da condizioni sociali ingiuste, dalla mancanza di lavoro che le priva della dignità che dà il portare il pane a casa, per la mancanza di uguaglianza rispetto ai diritti all’educazione e alla salute. In questi casi – scrive Papa Bergoglio – la miseria morale può ben chiamarsi suicidio incipiente”. Questa forma di miseria, “che è anche causa di rovina economica”, “si collega sempre alla miseria spirituale, che ci colpisce quando ci allontaniamo da Dio e rifiutiamo il suo amore”.
Il tempo di Quaresima, scrive infine il Santo Padre, “trovi la Chiesa intera disposta e sollecita nel testimoniare a quanti vivono nella miseria materiale, morale e spirituale il messaggio evangelico”. La Quaresima, in questo senso, “è un tempo adatto per la spogliazione; e ci farà bene domandarci di quali cose possiamo privarci al fine di aiutare e arricchire altri con la nostra povertà. Non dimentichiamo che la vera povertà duole: non sarebbe valida una spogliazione senza questa dimensione penitenziale. Diffido dell’elemosina che non costa e che non duole”.
 
Il pdf del pieghevole preparato dalla Diocesi e distribuito nelle parrocchie