Senza lavoro non c’è umanesimo

 “La giornata del Primo maggio, quest’anno, capita nella vicinanza della Pasqua, appena celebrata. Si tinge perciò di speranza, questo nostro messaggio, già alla luce di quell’evento di grazia. Resta però una giornata di lotta, non contro, ma pro, tutti insieme, sempre necessaria, per la tragedia crescente di questa crisi”.
 
Così si apre il Messaggio che la Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace, rivolge al mondo del lavoro in occasione del primo maggio 2014. “Come Vescovi della pastorale sociale – si legge nel testo – chiediamo a tutti una particolare empatia, davanti ai tantissimi drammi sociali”.
 
“Non si tratta più – prosegue il testo – semplicemente del fenomeno dello sfruttamento e dell’oppressione, ma di qualcosa di nuovo: con l’esclusione resta colpita, nella sua stessa radice, l’appartenenza alla società in cui si vive, dal momento che in essa non si sta nei bassifondi, nella periferia o senza potere, bensì si sta fuori. Gli esclusi non sono “sfruttati”, ma rifiutati, “avanzi!”.
 
Ecco allora la proposta di cammino individuata dalla Chiesa Italiana, che si sta preparando al grande Convegno di metà decennio a Firenze, attorno alla figura di Cristo che dà senso e significato al nuovo umanesimo. Dal 24 al 26 ottobre 2014, intanto, a Salerno si rifletterà sul tema “Nella precarietà, la speranza!”.
 
Come icona biblica per questo cammino, è stato scelto il brano evangelico della pesca miracolosa (Lc 5,1-11). A fronte del dramma delle reti vuote i Vescovi richiamano tre condizioni essenziali per reagire: solida formazione, coraggiosa volontà d’impresa, fraterna cooperazione.
 
“Ci rendiamo conto degli errori commessi” – è la conclusione del Messaggio – ma vogliamo intraprendere “strade di solidarietà, che non portino allo scarto ma all’incontro solidale con i giovani e i fragili”.
 
(www.avvenire.it)