È Risorto, come aveva promesso
Nolè ha presieduto le celebrazioni della Notte e del Giorno di Pasqua
Nolè ha presieduto le celebrazioni della Notte e del Giorno di Pasqua
Maria Francesca Santagata
Sua Eccellenza, monsignor Nolè, ha presieduto le celebrazioni della Veglia pasquale e la Messa del giorno di Pasqua nella Cattedrale di Tursi, animate dalla corale Regina Anglonensis.
“La celebrazione di Pasqua – ha sottolineato Nolè – è la celebrazione più solenne di tutto l’anno”. Ogni cristiano che vive con intensità la Quaresima attende con trepidazione l’annunzio e la gioia pasquale.
Il pensiero omiletico della “Madre di tutte le veglie ha ripercorso i quattro momenti in cui si struttura la celebrazione: la Liturgia della Luce, con la benedizione del fuoco, l’accensione del cero pasquale e la proclamazione dell’Exultet. Momento paradigma di una vita che si apre alla luce di Cristo che irrompe o può essere accolta a seguito di un cammino di autenticità aperta alla novità del Cristo che tutto rigenera. La Liturgia della Parola, con le letture dell’Antico Testamento che preparano, nella storia, ad accogliere il mistero pasquale di Cristo. Alla pienezza della rivelazione di sé Dio – ha rimarcato il Presule – si giunge con una progressione, con una gradualità che tante volte va rispettata in achi si apre all’incontro con il Dio Trinità che si è manifestato. La Liturgia battesimale con la benedizione del fonte battesimale e la rinnovazione delle promesse battesimali deve aprire i credenti alla piena consapevolezza che il Cristo viene per essere “nostro compagno di viaggio”; La Liturgia Eucaristica, momento culmine della veglia, momento privilegiato per essere commensali del Risorto che, come ai Discepoli di Emmaus, si è fatto vicini e pedagogo per permettere, a quanti lo stanno cercando, di riconoscerlo, accoglierlo e poterlo raccontare.
L’augurio del Vescovo – nel Giorno Santo della Risurrezione – ha raggiunto tutta la Chiesa locale. In modo particolare è stato rivolto alle famiglie, chiamate ad essere costruttrici principali di unità, perdono, solidarietà, fraternità e amore; alle autorità politiche costrette talvolta a decidere scelte impopolari a causa della crisi e dei tagli, affinché guidino in modo consapevole le Comunità e sappiano prodigarsi per i tanti che attendono da loro riposte immediate ai bisogni primari. Non ha tralasciato il Vescovo i “bisognosi di spirito”, quanti cioè necessitano di certezze, o forse, semplicemente della vicinanza di “un cristiano capace di comunicare loro che Cristo è risorto”, un sorriso, una presenza amica che sostenga e incoraggi!
L’altro augurio speciale è stato rivolto ai giovani della nostra terra, tante volte costretti dalle circostanze della vita a lasciare le loro comunità di nascita per realizzarsi lontano dalle loro famiglie: per loro l’auspicio che il Risorto sia accolto, lasciato vivere nella loro storia sì da sperimentare una piena appartenenza alla Chiesa e realizzare la loro vocazione per il bene proprio e della società, dimensioni complementari.
L’augurio finale di Sua Eccellenza è stato quello di “lasciarci fecondare dalla Parola di Dio, affinché Cristo possa risorgere nella nostra vita e in quella dei nostri fratelli”.
“La celebrazione di Pasqua – ha sottolineato Nolè – è la celebrazione più solenne di tutto l’anno”. Ogni cristiano che vive con intensità la Quaresima attende con trepidazione l’annunzio e la gioia pasquale.
Il pensiero omiletico della “Madre di tutte le veglie ha ripercorso i quattro momenti in cui si struttura la celebrazione: la Liturgia della Luce, con la benedizione del fuoco, l’accensione del cero pasquale e la proclamazione dell’Exultet. Momento paradigma di una vita che si apre alla luce di Cristo che irrompe o può essere accolta a seguito di un cammino di autenticità aperta alla novità del Cristo che tutto rigenera. La Liturgia della Parola, con le letture dell’Antico Testamento che preparano, nella storia, ad accogliere il mistero pasquale di Cristo. Alla pienezza della rivelazione di sé Dio – ha rimarcato il Presule – si giunge con una progressione, con una gradualità che tante volte va rispettata in achi si apre all’incontro con il Dio Trinità che si è manifestato. La Liturgia battesimale con la benedizione del fonte battesimale e la rinnovazione delle promesse battesimali deve aprire i credenti alla piena consapevolezza che il Cristo viene per essere “nostro compagno di viaggio”; La Liturgia Eucaristica, momento culmine della veglia, momento privilegiato per essere commensali del Risorto che, come ai Discepoli di Emmaus, si è fatto vicini e pedagogo per permettere, a quanti lo stanno cercando, di riconoscerlo, accoglierlo e poterlo raccontare.
L’augurio del Vescovo – nel Giorno Santo della Risurrezione – ha raggiunto tutta la Chiesa locale. In modo particolare è stato rivolto alle famiglie, chiamate ad essere costruttrici principali di unità, perdono, solidarietà, fraternità e amore; alle autorità politiche costrette talvolta a decidere scelte impopolari a causa della crisi e dei tagli, affinché guidino in modo consapevole le Comunità e sappiano prodigarsi per i tanti che attendono da loro riposte immediate ai bisogni primari. Non ha tralasciato il Vescovo i “bisognosi di spirito”, quanti cioè necessitano di certezze, o forse, semplicemente della vicinanza di “un cristiano capace di comunicare loro che Cristo è risorto”, un sorriso, una presenza amica che sostenga e incoraggi!
L’altro augurio speciale è stato rivolto ai giovani della nostra terra, tante volte costretti dalle circostanze della vita a lasciare le loro comunità di nascita per realizzarsi lontano dalle loro famiglie: per loro l’auspicio che il Risorto sia accolto, lasciato vivere nella loro storia sì da sperimentare una piena appartenenza alla Chiesa e realizzare la loro vocazione per il bene proprio e della società, dimensioni complementari.
L’augurio finale di Sua Eccellenza è stato quello di “lasciarci fecondare dalla Parola di Dio, affinché Cristo possa risorgere nella nostra vita e in quella dei nostri fratelli”.