Tursi, 4 aprile 2020
Ai Sacerdoti
della diocesi di Tursi – Lagonegro
LORO SEDI
Confratelli carissimi,
mentre di vero cuore vi ringrazio per la paterna vicinanza che con diurna abnegazione offrite ai fedeli di questa amata Comunità diocesana, in allegato, vi trasmetto alcune considerazioni pastorali che i Vescovi della Conferenza Episcopale di Basilicata offrono all’attenzione di tutti i sacerdoti in questo tempo di crisi sanitaria, di precarietà sociale, di intensità ecclesiale.
Le “indicazioni” della CEB – come si evince dallo stile della comunicazione e dalla nota finale – non sono vincolanti e prevedono modulazioni adeguate alle singole diocesi. Del resto – come sappiamo – l’autentica comunione ecclesiale, lungi dal confondersi con la piatta uniformità, è essenziale e si manifesta come armonia sinfonica che esalta la libertà di tutti i battezzati, i carismi dei movimenti ecclesiali, le attitudini dei gruppi e delle associazioni, la varietà dei ministeri, la storia delle comunità, le specificità territoriali.
È bene tener conto, inoltre, che oggi, in una situazione di crisi epidemiologica non ancora completamente chiara nei suoi sviluppi, è quanto mai difficile prendere decisioni impegnative per il futuro, soprattutto perché molto dipende dalle disposizioni delle Autorità civili e non da noi. A tal proposito è opportuno sottolineare la necessità di osservare fino in fondo le norme statali, delle quali ognuno risponde per la responsabilità che ha.
Ciò premesso, per quanto riguarda la nostra Comunità diocesana, spronato dai quesiti di molti sacerdoti, sentiti i membri del Consiglio Presbiterale – reputando acquisite le vigenti disposizioni legislative che, perciò, non ribadisco – per quanto riguarda l’interpretazione ecclesiale del pronunciamento della CEB, comunico quanto segue:
- I matrimoni. La CEB scrive: “Si conferma quanto già in atto nelle nostre Chiese di Basilicata prima della pandemia”, quindi, noi possiamo continuare a celebrarli in qualsiasi giorno della settimana e in qualsiasi periodo dell’anno. In condizione di normalità, perciò, non cambia niente, per eventuali celebrazioni da tenersi in questo tempo di “emergenza” i nostri competenti uffici di Curia sono disponibili per ogni supporto.
- Prime Confessioni, Prime Comunioni e Cresime. Posticipare la loro celebrazione nei mesi di settembre e ottobre può permettere di completare con calma la preparazione immediata, di tener conto degli altri fattori connessi, di evitare affanni organizzativi e di ripartire con il nuovo anno pastorale (a novembre) alla luce dei sacramenti pasquali. Per quanto riguarda la Cresima, è mia intenzione, se necessario, su esplicita richiesta, delegare i parroci ad amministrarla nella propria parrocchia. Situazioni di particolare problematicità vanno presentate a me in qualsiasi momento, onde pervenire a una soluzione condivisa, rispettosa delle norme e utile per la crescita spirituale dei fedeli coinvolti. Questo vale anche per le attività estive e di oratorio, che vanno vagliate con particolare e scrupolosa attenzione.
- Le feste patronali: l’emergenza “coronavirus” può rivelarsi circostanza favorevole per fare una riflessione più approfondita su come celebrarle, coinvolgendo gli organismi di partecipazione ecclesiale delle parrocchie onde tener conto delle situazioni particolari dei singoli paesi e delle tradizioni locali. Nessuna proibizione o limitazione: si tratta di un “auspicio” nella direzione dell’essenziale e di una “provocazione evangelica” alla luce dei “segni di questo tempo”. Cogliamola con libertà di spirito, ma anche con senso ecclesiale e responsabilità pastorale!
Ancora grazie per la vostra bella testimonianza di vita sacerdotale e per la qualificata collaborazione che, con fedele servizio ecclesiale, mi offrite a favore dell’intera Comunità diocesana.
La Vergine Maria, Aiuto dei cristiani e Salute degli infermi, ci custodisca nella vita nuova che sgorga dalla Risurrezione di Gesù, figlio suo e Salvatore nostro.
A ciascuno di voi porgo gli auguri più belli per la festa del nostro sacerdozio e per la Risurrezione del Signore.
Santa Pasqua!
+ Don Vincenzo
Allegato alla lettera di Mons. Orofino
CONFERENZA EPISCOPALE DI BASILICATA
Indicazioni circa i Sacramenti e le feste patronali in tempo di Coronavirus
1 aprile 2020
- Matrimoni
Si conferma quanto già in atto nelle nostre Chiese di Basilicata prima della pandemia, fatta salva la facoltà di ogni vescovo di derogare a tale norma qualora ci fosse un motivo grave.
Onde evitare, però, più differimenti di date, per via dell’incertezza circa la fine delle restrizioni, si consiglia di rinviare la celebrazione all’anno prossimo, come altre coppie hanno già deciso di fare, escluso il giorno festivo.
- Prime Confessioni, Prime Comunioni e Cresime
È parere comune che i suddetti Sacramenti vengano differiti all’inizio del nuovo anno pastorale. Infatti, anche se le restrizioni dovessero rientrare, non ci sarebbe il tempo reale e psicologico necessario per una più immediata preparazione.
I parroci hanno la facoltà di valutare sin d’ora, specie per le parrocchie più piccole, l’opportunità di rinviare la celebrazione al prossimo anno.
- Attività estive e di oratorio
La situazione attuale e le considerazioni circa l’evoluzione dell’epidemia, sembrano sconsigliare fin da ora tutte queste attività, che – stanti le disposizioni delle competenti autorità civili – possono comportare per gli organizzatori, parrocchie e diocesi, responsabilità, anche gravi, specie nei confronti dei minori. Pertanto, tutte le iniziative diocesane e delle associazioni diocesane, già programmate, anche qualora le disposizioni civili di salute pubblica dovessero allentarsi, sarebbero da annullare.
- Feste Patronali
Le feste patronali sarebbero da sospendere. Tuttavia, qualora se ne creasse la possibilità, perché cessata l’emergenza sanitaria, è bene limitarsi solo alla festa religiosa. Le parole pronunciate da Papa Francesco sabato 28 marzo fotografano una situazione che interessa anche l’Italia: “Si incomincia a vedere gente che ha fame, perché non può lavorare, non aveva un lavoro fisso, e per tante circostanze. Incominciamo già a vedere il “dopo”, che verrà più tardi ma incomincia adesso”.
Considerata la crisi economica provocata dal coronavirus che colpirà ulteriormente le nostre Comunità e famiglie, già in difficoltà, ci troveremo sempre di più a far fronte a nuove situazioni di persone ridotte allo stremo. È giusto spendere cifre ingenti per una festa civile quando abbiamo tante famiglie che non hanno il necessario per sopravvivere? Non può essere questa l’occasione per l’inizio di un nuovo cammino?
P.S. Queste sono le indicazioni condivise dalla CEB. Ogni Vescovo provvederà ad inviare una lettera alla propria diocesi con le indicazioni che riterrà opportune.