L’evolversi della situazione internazionale e i venti di guerra che spirano in queste ore in Medio Oriente, che rischiano di trascinare il nostro mondo civile nell’ennesima tremenda spirale di violenza e odio, rendono ancora più preziosa la preghiera per la pace e per l’amore alla vita.
La Conferenza Episcopale di Basilicata, avendo accolto le ragioni del Programma Umanitario “VVV: Vivere una Vita che Vale con una Preghiera Corale dedicata a Papa Francesco”, promosso dalla Regione Basilicata e coordinato da Tomangelo Cappelli, dell’Ufficio Turismo Regionale, aveva già programmato per sabato 7 settembre 2013, in occasione delle celebrazioni della Natività della B.V. Maria, un concerto e una Fiaccolata di Amore per la Vita, con un suo momento centrale presso il Santuario di “Maria SS. Regina di Anglona”, a Tursi (MT), con la presenza della Cappella Musicale della Basilica Papale di San Francesco in Assisi, diretta da padre Giuseppe Magrino, francescano conventuale, a testimonianza del legame della Lucania con San Francesco.
La “chiamata” del Papa a una giornata di preghiera e digiuno per la Siria, prevista proprio sabato 7 settembre, rende ancora più significativo il gesto del Popolo lucano che in queste ore prega e spera che prevalgano le ragioni del buonsenso e della pacifica risoluzione politica del conflitto che si intravede all’orizzonte.
L’invito a prendere parte a quella che già si era definita la “Fiaccolata più grande del mondo” si estende a quanti, rimanendo nelle proprie case, abbiano possibilità di accendere un lume e di raccogliersi in preghiera e recitare il Santo Rosario, chiedendo alla Madonna, Regina della Pace, di illuminare le coscienze e permettere alle menti dei responsabili delle nazioni di programmare scelte giuste e sagge, per il bene di tutti.
L’appello di Papa Francesco sta raccogliendo adesioni in tutto il mondo. Numerosissime le organizzazioni, religiose e non, che hanno aderito all’appuntamento per dire, con il Papa, “Mai più guerra! Mai più guerra!”.
«Anche il Popolo lucano, in comunione con Papa Francesco, accoglie la richiesta di preghiera e di digiuno – afferma monsignor Francesco Nolè, vescovo di Tursi-Lagonegro – per implorare dal Signore il dono della pace e, al contempo scuotere le coscienze di chi è chiamato a prendere decisioni importanti. Papa Francesco, domenica scorsa, ha invitato a far “scoppiare la pace”. I Cristiani e tutti gli uomini di buona volontà sono chiamati a promuovere continuamente la pace, tra le nazioni e nel cuore. Ma dove si prepara la pace, dove si innescano le sue armoniose mine, dove si allestiscono le sue dolci trincee? Sono tanti, e a volte nascosti, i luoghi dei preparativi di pace. Qualsiasi luogo in realtà può essere un’officina, una palestra, una bottega per la pace. Di solito sotto i riflettori finiscono i palazzi dove spesso si preparano le guerre, e sono proprio quei palazzi, i medesimi, dove invece si dovrebbe costruire la pace. E poi ci sono luoghi, ci sono posti quasi segreti dove si coltiva, si ritesse la pace, a partire dalle famiglie».
«Con angoscia crescente – ha detto il Papa domenica 1° settembre all’Angelus – il grido della pace sale da ogni parte della Terra, da ogni popolo, dal cuore di ognuno, dall’unica grande famiglia che è l’umanità. Vivo con particolare sofferenza e preoccupazione le tante situazioni di conflitti che ci sono in questa nostra Terra, ma in questi giorni il mio cuore è profondamente ferito da quello che sta accadendo in Siria, e angosciato per i drammatici sviluppi che si prospettano. Quanta devastazione, quanto dolore ha portato e porta l’uso delle armi in quel martoriato Paese… Pensiamo quanti bambini – ha esclamato ancora il Santo Padre – non potranno vedere la luce».
Numerose le Comunità parrocchiali della Regione che, in prossimità con la celebrazione delle feste religiose locali in occasione dell’otto settembre hanno programmato momenti di preghiera, di fiaccolata e di riflessione sulla necessità della pace per una mondo degno dell’uomo. Anche le Aggregazioni laicali hanno accolto l’invito a promuovere momenti di riflessione e di supplica al Signore.
La Conferenza Episcopale di Basilicata, attraverso Monsignor Nolè, vescovo delegato per il Programma Umanitario, ribadisce le parole di Papa Francesco, araldo di Pace come il Santo Poverello di Assisi, perché la comunità internazionale compia ogni sforzo, promuova senza indugio iniziative chiare per la pace, basate sul dialogo e sul negoziato per il bene dell’intera popolazione siriana: «Non sia risparmiato alcuno sforzo per garantire assistenza umanitaria a chi è colpito da questo terribile conflitto… Non è la cultura dello scontro, la cultura del conflitto quella che costruisce la convivenza nei popoli e tra i popoli, ma quella – la cultura dell’incontro, la cultura del dialogo, questa è l’unica strada per la pace. Il grido della pace si levi alto, perché giunga al cuore di tutti e tutti depongano le armi e si lascino guidare da un anelito di pace».
don Giovanni Lo Pinto