Famiglia e lavoro per lo sviluppo del Mezzogiorno

La Commissione Regionale del Laicato, in collaborazione con le Commissioni della Famiglia, Lavoro e Giovani ha promosso il primo week-end sociale del laicato cattolico, dal tema: “Famiglia e lavoro per lo sviluppo del Mezzogiorno“. L’incontro si è tenuto nella Casa di spiritualità della Famiglia di Padre Minozzi a Policoro, il 16 e 17 Febbraio scorsi. Nel saluto introduttivo l’incaricato regionale del laicato Rosario Sollazzo, ha contestualizzato l’incontro, ringraziando il Santo Padre Benedetto XVI, per la sua fede schietta ed esemplare, e per  la grande assunzione di responsabilita’ di dimettersi, dopo un pontificato intenso, durante il quale ha dato e fatto tutto cio’ che era nelle sue forze.
Due autorevoli relazioni hanno introdotto i circa 150 partecipanti alle attività laboratoriali. La prima relazione, e’ stata curata da S. E. Mons. Agostino Superbo, Arcivescovo di Potenza – Muro Lucano – Marsiconuovo, Presidente della Conferenza Episcopale della Basilicata. La relazione dal titolo “Lavoro e famiglia per la dignità della persona” ha sottolineato la triplice dimensione antropologica, teologica e pastorale del concetto di persona, alla luce della Dottrina Sociale della Chiesa. Partendo dal concetto di persona, il relatore ha sottolineato la dimensione della libertà responsabile dell’uomo, ribadendo che essa consiste nel rispondere liberamente e con maturità all’assunzione delle sue responsabilità e dei suoi compiti. “La persona umana e’ un essere intelligente e cosciente, capace di riflettere su se stesso e quindi di aver coscienza di se’ è dei propri atti. Non sono, tuttavia, l’intelligenza, la coscienza e la libertà a definire la persona, ma è la persona che sta alla base degli atti di intelligenza, di coscienza, di libertà. Tali atti possono anche mancare, senza che per questo l’uomo cessi di essere persona”, ha chiarito. Partendo da questa considerazione Monsignor Superbo ha sottolineato l’importanza della comunità cristiana che ha il ruolo di essere a completo servizio dell’uomo, secondo la proposta del Concilio Vaticano II, così come si evince dalla Gaudium et Spes: “Le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d’oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono, sono pure le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce dei discepoli di Cristo, e nulla vi è di genuinamente umano che non trovi eco nel loro cuore”. Certo, l’umanità oggi vive un tempo di straordinari mutamenti, provocati al contempo dall’intelligenza e dall’attività creativa dell’uomo ma nonostante questo si conviene che generalmente sia i credenti che i non credenti concordano nel ritenere che tutto quanto esiste sulla terra deve essere riferito all’uomo, come a suo centro e a suo vertice. Inoltre, è stato messo in luce che la profonda e rapida trasformazione della realtà esige, con sempre più urgenza, che si combatta per superare ogni forma di individualismo. Il tutto ha portato a considerare il vero e profondo valore dell’attività umana. L’uomo deve ritornare a considerare che ogni sua azione contribuisce all’edificazione dell’umanità o all’impoverimento di sé, come si evince dal progetto di salvezza e di cooperazione proposto dal Dio di Gesù Cristo. Ha, inoltre, sottolineato come l’uomo passi attraverso una scuola di arricchimento umano che è la famiglia. “Il bene della persona e’ connesso alla realizzazione di un grande progetto di salvezza”, che passa anche dalla realtà della famiglia”, ha affermato aconra il Relatore.
Il tempo delle attività destinate ai cinque laboratori: politiche e sviluppo per la Basilicata; lavoro; giovani; famiglia, hanno visto i partecipanti ad interrogarsi e per approfondire con le suggestioni e i sentimenti che la ricca e profonda relazione ha offerto. Tante le risonanze e tutte confermanti la bellezza del “fatto cristiano” e di come in gioco ci sia il concetto stesso di persona, con tutto ciò che ne può derivare. La condivisione inoltre si è come “spinta” sulla domanda “che cosa si intende con l’espressione bene comune?”, anticipando quasi la relazione del Professor Nino D’Agostino, economista ed esperto conoscitore della “questione” meridionale, approfondita la domenica mattina.
La preghiera delle Lodi e il gesto condiviso della Celebrazione Eucaristica, presieduta da S.E. Mons. Giovanni Ricchiuti, Arcivescovo di Acerenza, è stata l’occasione nella quale motivare i laici presenti ad essere corresponsabili dell’azione pastorale della Chiesa; in Essa possono godere dell’opportunità di dire e fare molto nella società. Molto più di quanto possa fare il clero, perché situati in luoghi ben precisi e di attività che spettano proprio a loro, secondo il “dono di grazia ricevuto”. Questo week end è un segno che va interpretato come un superamento sempre più forte delle distanze tra clero e laici. Il lavoro, nell’omelia, del Pastore, è stato presentato come un valore non negoziabile. “La Chiesa, infatti, promuove i valori che provengono dalla visione che ha il Cristo sull’uomo. Questi valori sono per i credenti e per non credenti; sono per tutti gli uomini di buona volontà. A questo riguardo, desidero porre la vostra attenzione sulla necessità di ritornare al Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa, dove il lavoro è inserito tra le grandi questioni del nostro tempo e se ne parla subito dopo la famiglia, che rimane la prima preoccupazione della Chiesa!”.
La  relazione dell’economista D’Agostino è stata un’altra grande e felice occasione per approfondire alcuni aspetti che hanno come evidenziato il ruolo e il compito reale del laico cristiano nell’impegno per il bene comune. Il contenuto della relazione “Politiche attive per il lavoro e la famiglia” ha come entusiasmato i presenti, offrendo spunti e considerazioni per leggere meglio ed interpretare le ragioni di un impegno nel sociale dei cristiani cattolici. Sono stati presentati, quelli che il Professore ha definito essere gli “attori sociali” con le funzioni e i ruoli che spettano alla politica, che ha il compito di considerare la reale spesa pubblica in funzione dello sviluppo, dell’interesse collettivo e non solo per creare consenso; essa deve impegnarsi per distribuire le risorse con criteri di giustizia sociale: far prevalere il bene della società al posto di favoritismi personali. Altro protagonista importante per lo sviluppo della regione è quello delle imprese. “Il lavoro bisogna crearlo. I giovani in questo scenario hanno un ruolo fondamentale, imparando a cogliere le opportunità di lavoro che il territorio può fornire. Capire e cogliere gli spazi produttivi”.
Anche i Sindacati possono contribuire al risveglio della Regione, con l’attenzionare gli interessi generali e difendendo il lavoro e non il posto di lavoro. Altri soggetti importanti sono: i luoghi terzi. Essi sono: Scuola, Università e Chiesa cattolica. “Le risorse naturali che la Regione possiede sono tali da soddisfare il fabbisogno di oltre un milione di persone, oggi invece non soddisfano neppure i 500mila abitanti residenti. Le risorse, infatti, sono veramente notevoli come: l’acqua, il petrolio, il capitale umano, l’ambiente, il turismo, l’artigianato, l’agricoltura… La donna! E’ fondamentale che le politiche sociali tornino a valorizzare la donna, con opportune politiche al suo ingresso nel mondo del lavoro e della produzione”.
Il contributo dei laboratori ha puntualizzato alcune proposte significative, come per esempio: aumentare le occasioni dello “stare insieme” in modo così dialogico che crea ricchezza e formazione umana, teologica e formativa, necessaria per saper dare “le ragioni della speranza”. Si auspica la creazione di un osservatorio che proponga e “controlli” l’operato politico. Contribuire alla lettura dei reali bisogni e creare un “tavolo” di dialogo e confronto con le istituzioni regionali. Maggiore approfondimento del Progetto Policoro, come occasione per creare una nuova cultura del Lavoro. Le conclusioni, curate da S. E. Mons. Francesco Nole’, Vescovo di Tursi-Lagonegro, hanno sottolineato che leggere i “segni dei tempi” significa stare nella storia con cognizione di causa. Essere capaci di dire e fare la verità, sempre, in ogni situazione. Fare la verità significa mettere l’uomo al centro di ogni attenzione. Si parla dell’uomo contemplato nel disegno originario di Dio: sua immagine e sua somiglianza! “Il cammino non sempre è facile; ma il segreto rimane quello di superare ogni forma di individualismo, in ogni campo. Il rapporto quotidiano con gli altri deve essere contraddistinto da un atteggiamento di carità vera”, ha asserito il Vescovo. Riprendendo, infine, l’immagine con la quale il Prof. D’Agostino ha concluso la sua relazione, che cioè “la donna salverà la Basilicata”, ha affermato che “non solo la Basilicata sarà l’immagine della donna impegnata che si riappropria della sua originaria vocazione – che è di apporto significativo allo sviluppo della regione – ma questa stessa donna che corrispondendo al piano di salvezza di Dio, sarà immagine del  mondo intero che si salva!” . Ha infine auspicato una reale diaconia, dove la fede sia la vera protagonista nelle azioni che guidano il cristiano nel suo quotidiano.
Carmela Romano
 
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