Costruttori di umanità: seconda tappa dell’itinerario di formazione della CDAL

Si tiene all’Ostello della Gioventù a Chiaromonte (PZ) venerdì 25 settembre 2015 a partire dalle ore 15.30 il secondo Seminario di Approfondimento del percorso della Consulta diocesana delle Aggregazioni laicali di Tursi-Lagonegro “Costruttori di umanità”. Il cammino si inserisce nel quadro delle proposte in vista del quinto Convegno Ecclesiale Nazionale, perché ogni realtà ecclesiale sia protagonista nella riflessione proposta della Commissione preparatoria del Convegno sul tema “In Gesù Cristo il nuovo umanesimo”. 
Sarà presente come relatore il prof. don Antonio PALMESE, docente presso la Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale di Napoli. La relazione che svilupperà ha per tema: “Responsabili verso la verità e verso l’uomo: da sfida a progetto”. 
 
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La presentazione dell’Itineraro di Anna Maria Bianchi, presidente della CDAL
 
Un progetto di umanità nuova
Nell’itinerario in preparazione al Convegno nazionale di Firenze, come già avvenuto per i due precedenti itinerari formativi, ci accompagnerà un’icona: dopo la samaritana al pozzo e il buon samaritano, i discepoli di Emmaus. Una scelta in continuità in particolare con il seminario del 18 ottobre 2014, dedicato all’impegno socio-politico per un umanesimo integrale e solidale.
Nella parabola del samaritano non abbiamo trovato nessun luogo sacro, preghiera, gesto religioso, benedizione. Come a dire che quando una persona esprime all’altro umanità gratuita, mette in atto il segno più grande, divino e umano insieme: Dio, che nessuno ha nominato, era presente sul ciglio di quella strada, nei gesti del samaritano nei confronti di quell’uomo sconosciuto. Anche dopo la resurrezione Gesù continua a privilegiare non verità di fede astratte, bensì relazioni, incontri con le donne e gli uomini suoi amici, delusi e angosciati dopo la sua morte, nei luoghi della quotidianità, come la strada da Gerusalemme ad Emmaus.
I due discepoli erano partiti con entusiasmo dal loro villaggio di Emmaus dopo aver sentito parlare del rabbì di Nazareth, erano stati con lui, avevano ascoltato il suo insegnamento e visto i miracoli che faceva, si erano illusi che “fosse lui a liberare Israele”. Ma ormai…. La strada battuta per allontanarsi dalla grigia quotidianità del villaggio, ora la ripercorrono opposta, “con il volto triste”.
Sono la stessa delusione e la stessa angoscia che possono assalirci di fronte alle desolanti vicende mondiali che irrompono attraverso i media, ma anche di fronte alle vicende quotidianamente vissute in una regione che letteralmente galleggia su acqua e petrolio eppure non riesce a farne condizioni per promuovere una ripresa di equità che consenta a tutti i suoi abitanti condizioni di vita dignitose, a partire dal lavoro.
Perché queste “ricchezze” non riescono a suscitare vita in un territorio che sta morendo? Si è tentati di pensare che non c’è più niente da fare, i prepotenti hanno sempre la meglio, il potere spegne i sogni e le speranze, Ma il Risorto è accanto a noi, sulla nostra strada, come con i discepoli di Emmaus, quando scalda il loro cuore con il fuoco della Parola, li rigenera con il pane della vita, poi scompare ed essi, che l’hanno riconosciuto, tornano a Gerusalemme per riprendere il cammino della speranza e della missione. L’esito dell’ incontro con lui è un coinvolgimento tanto profondo da diventarne testimoni coraggiosi con annuncio e vita coerenti, che non possono prescindere dalla consegna data con la lavanda dei piedi. Come scrive Di Piazza: “Gesù che cammina, compagno di viaggio sulla strada di ogni Emmaus del mondo, comunica anche a noi questa possibilità: una presenza e un accompagnamento da parte sua, come esempio per accompagnarci fra di noi nella vita… E poi la concretezza della prossimità, di un pane spezzato insieme per dire la disponibilità a condividere ideali, spiritualità, progetti, energie, capacità: un progetto di umanità nuova”.
Con questo spirito vogliamo esplorare le cinque “vie” proposte dalla Traccia verso Firenze, attraverso due seminari, centrati rispettivamente sulle prime tre, nel quadro del senso generale del Convegno ecclesiale, per avere il fondamento “spirituale” dell’agire missionario del laico nella storia di oggi e nel territorio di Basilicata, e sulle altre due, per mettere a fuoco i perché e l’urgenza di un fattivo impegno di costruzione del “nuovo umanesimo in Cristo”, con particolare attenzione all’aspetto educativo. E successivamente recepirne gli esiti, a partire da una tavola rotonda, con i responsabili nazionali di alcune Aggregazioni che avranno partecipato al Convegno ecclesiale.
 
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