La Chiesa si rivolge ai fedeli e a tutti coloro che apprezzano la presenza dei presbiteri con la Giornata di domenica 25 novembre. Pensa che questa iniziativa possa avere successo?
“La Chiesa ha fiducia nella comprensione e generosità dei fedeli, che hanno sempre dato prova di affetto e vicinanza ai preti. Certo oggi la situazione di crisi si fa sentire e quindi potrebbe succedere che le offerte possano ridursi. È importante che i preti stessi per primi non temano di far conoscere ai fedeli questo importante strumento di aiuto”.
Accanto all’8×1000 lo strumento delle offerte deducibili sembra un po’ stentare a prendere piede. I fedeli non lo conoscono a sufficienza?
“Come dicevo prima, mentre lo strumento dell’8×1000 risulta abbastanza conosciuto e una decisa maggioranza lo firma con la dichiarazione dei redditi in favore della Chiesa, il secondo strumento delle offerte deducibili è meno utilizzato. Forse il problema è che viene visto come una ‘aggiunta’ all’8×1000, mentre in realtà dovrebbe raggiungere una sua fisionomia e portata, come previsto sin dalla sua istituzione”.
Cosa si potrebbe fare per aumentare la sua conoscenza presso i fedeli?
“Mi pare che l’aspetto centrale del problema consista in una giusta considerazione di cosa sia la Chiesa: se la si vede e la si vive come ‘comunione’, si capisce che tutti dobbiamo farcene carico, secondo le nostre possibilità. E pertanto l’aspetto tecnico, pur rilevante, diventa in un certo senso, secondario: quando si ha lo spirito giusto, si trova il modo di intervenire. Oggi abbiamo questi strumenti e siamo chiamati a usarli al meglio”.
Lei pensa che la Chiesa in futuro possa correre il rischio di entrare in crisi sotto il profilo economico, visto il perdurare delle difficoltà finanziarie a livello mondiale?
“Io penso di no perché certo la crisi c’è ed è molto diffusa. Tuttavia, penso che gli sforzi in atto per superarla prima o poi daranno i loro frutti e potremo tornare a una situazione più equilibrata. Una volta che la società si sarà assestata torneremo a una normalità anche per quanto riguarda gli aiuti alla Chiesa”.
Quindi, a suo avviso, occorre proseguire con l’opera di sensibilizzazione?
“Certo, perché da un lato c’è l’aspetto culturale e spirituale e tocca a noi, come Chiesa, di darci da fare per annunciare la bellezza del Vangelo. Per quanto riguarda i risvolti tecnici ed economici, bisogna invece dire che il sistema di sostegno alla Chiesa che abbiamo oggi è il meglio possibile e va conosciuto e utilizzato di più, specie per le offerte deducibili. Debbo sottolineare che è un sistema molto apprezzato dalle altre Conferenze episcopali”.