Ricchi di misericordia, di ritorno dalla GMG

Entusiasmo e gioia grande. I frutti che portano a casa anche i ragazzi e i giovani che da Tursi-Lagonegro hanno preso parte alla GMG nei giorni scorsi. Stanchezza e allarmismo per la meningite che ha colpito la povera Susanna in maniera terribile, e per la quale eleviamo preghiere di suffragio, cedono il posto alla grazia sperimentata in maniera comune in questi giorni di straordinaria fraternità, umana e spirituale. A tutto tondo sono stati sedici i giorni per i più, otto per chi non ha potuto prendere parte al Gemellaggio, per sentirsi all’interno di una Chiesa di respiro davvero cattolico, mondiale, ciascuno con un bagaglio di esperienza e di ricchezze da condividere.
Ci siamo stati anche noi. È questo ci riempie di felicità!
L’emozione di ascoltare il Papa, di averlo visto proprio da vicino presso le transenne, sul grandissimo palco o dal maxischermo non si riesce ad esprimere a parole. Tocca dentro. E scuote.
Non una gita o un aggregamento sociologico ma un pellegrinaggio vero per entrare dentro se stessi e incontrarsi prima di tutto con il Signore. E con tanti altri volti di cercatori di verità, di assoluto, di pienezza.
Beato il cuore che perdona
Le prime parole del ritornello dell’inno della GMG 2016 raccolgono ed esprimono una traduzione mirabile della beatitudine rivolta ai misericordiosi.
E il Papa ci ha incoraggiati non a vivere un cristianesimo accomodante ma radicale, non da perbenisti disinteressati ma per giovani coraggiosi e audaci, capaci di leggere la realtà e di cogliere le sfide che presenta a ciascuno.
Contento Monsignor Vincenzo Orofino che ha incoraggiato e sostenuto anche economicamente i partecipanti e che ora si aspetta da loro che siano sale e lievito nelle parrocchie in cui vivono, oltre che nella Chiesa diocesana. ‘Con coraggio siate testimoni della gioia che avete sperimentato, la Chiesa è madre e voi, i figli, siete il volto più bello e radioso della Famiglia di Dio‘, le sue parole.
Altrettanto dicasi per i sacerdoti che hanno condiviso con i giovani l’evento. Giovani tra i giovani, desiderosi di raccontare come il Signore compie meraviglie nella vita di chi si fida di lui e accoglie la sua chiamata.
Dalla condivisione a caldo, atterrati in Italia, alcune suggestioni che raccontano quanto vissuto.
Giulia De Paola (Tursi) sottolinea come il gemellaggio sia stato importante perché ‘ci ha permesso di essere più amici tra di noi. Tutto ciò che abbiamo vissuto lo abbiamo vissuto bene‘.
Filippo Solimando (Tursi) si è espresso con un grazie a tutti: ‘Sono davvero contento perché aprirmi agli altri mi ha permesso di essere me stesso. Sono commosso. L’augurio è che possiamo portare la gioia di Cracovia agli altri! Il cristiano deve partire dal suo essere felice per manifestare la gioia cristiana agli altri’.
Marta Biancofiore (Policoro) ha detto: ‘La cosa più bella che potesse capirmi è stata conoscere tante persone e costruire rapporti sinceri. La gioia di aver condiviso e di aver costruito rapporti umani belli non si può dire a parole‘.
Rocco Dalessandri (Moliterno) ha affermato: ‘La mia prima GMG è stata un’esperienza fantastica, per l’aspetto umano e spirituale. Un senso di universalità della Chiesa che segna il cuore e attraverso dialoghi e incontri ci hanno permesso di rimotivare la fede‘.
Nunzianna Pellegrino (Nova Siri), anche lei alla prima GMG, dice che è stata una bella esperienza, soprattutto alla fine, nei giorni in cui è stato presente il papa e ad Auschwitz. ‘La presenza del Papa ha cambiato l’atmosfera, ha cambiato i nostri rapporti tra noi‘.
Federica Vozzi (Chiaromonte) afferma: ‘Mi sono emozionata perché mi sono ritrovata tanto nelle parole del Papa. Mi sono inserita facilmente nel gruppo, mi sono molto affezionata a tutti. Sono riuscita a condividere tanto. Mi sono molto emozionata‘.
Giovanni Costantino (Tursi), alla seconda GMG, ha affermato che questa è stata la mia prima GMG vissuta bene: ‘Spiritualmente mi ha dato tanto e lo spirito di sacrificio mi ha fatto crescere. Quanto vissuto di certo non lo dimentichiamo’.
Don Adelmo, responsabile del Servizio diocesano di PG, si è detto sinceramente felice dell’esperienza di grazia e della fraternità che si è respirata a pelle sin dall’inizio. ‘Non possiamo fermarci, anzi questo pellegrinaggio è un ulteriore punto di partenza perché, in maniera convinta, ciascuno possa continuare la sua GMG nella propria parrocchia, nel proprio gruppo perché ‘la misericordia di Dio ci ha cambiato la vita’.
 
don Giovanni Lo Pinto