Francesco Nolé
Vescovo di Tursi-Lagonegro
AVVENTO 2013
Lettera del Vescovo
Carissimi Cristiani,
per venire incontro alle vostre numerose richieste di riprendere la “Lettera Pastorale” nei tempi forti di Avvento e Quaresima, vi consegno la presente per riflettere con voi sul Tempo di Avvento, che ha una doppia caratteristica: è tempo di preparazione alla solennità del Natale e, contemporaneamente, è il tempo in cui, attraverso tale ricordo, ci prepariamo all’attesa della seconda venuta di Gesù alla fine dei tempi.
1. Avvento: tempo di attesa
L’attesa è sempre un tempo carico di tensione, di trepidazione, di ansia e di preoccupazione, ma anche tempo di gioia, di speranza, di pazienza e di preparazione.
Tutta la nostra vita è scandita da attese che riempiono i nostri pensieri e le nostre speranze.
Vi sono le piccole attese quotidiane, come una telefonata, il passaggio dell’autobus, una visita o semplicemente la fine del lavoro o l’attesa dei pasti.
Vi sono poi le attese importanti e determinanti per la nostra vita, come quella di un figlio, del matrimonio, del lavoro, della laurea… e così via; e infine vi è la Grande Attesa del Signore che viene e del Signore che è presente nel prossimo, ma che spesso non riconosco.
L’attesa quotidiana di Gesù dovrebbe somigliare a quella di una mamma che attende la sua nuova creatura con gioia, trepidazione, cura di ogni particolare che possa servire ad accogliere il figlio con amore, generosità, tenerezza e forza interiore, per affrontare ogni sacrificio ed ogni rinuncia per un bene più grande che sta per venire e che trasformerà la sua vita e quella di tutta la sua famiglia!
Solo se ci prepariamo al Natale e all’incontro quotidiano con Gesù con spirito aperto e umile, sobrio e orante, riusciremo a cogliere la Sua presenza. Altrimenti ci può capitare di festeggiare il Natale senza Gesù, e incontrare i fratelli senza amarli!
Come sarebbe vuoto un Natale senza l’Eucaristia, la notte o il giorno della Natività, e come sarebbe triste tutta la festa senza un gesto di carità e di condivisione con qualcuno che incontriamo quel giorno, o senza un segno cristiano in famiglia come, per esempio, il Presepe o un’immagine della Natività, intorno alla quale ritrovarsi per meditare e pregare insieme!
2. Avvento: Tempo di vigilanza
“C’erano in quella regione alcuni pastori che vegliavano di notte facendo la guardia al loro gregge. Un Angelo del Signore si presentò davanti a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce… Ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore”
(Lc 2, 8-12)
I Pastori vegliavano facendo la guardia al loro gregge, perciò ricevono la visita dell’Angelo che annunzia la nascita di Gesù!
Vi erano tanti abitanti quella notte a Betlemme e in tutto Israele, magari gente buona e timorata di Dio, ma solo ai pastori viene dato l’annunzio della nascita del Salvatore, atteso da secoli e invocato da generazioni di profeti e sacerdoti, re e popolo. Perché?
Colui che con la sua venuta avrebbe cambiato i cuori degli uomini di buona volontà e il corso della storia e il compimento alle millenarie promesse fatte ad Abramo e alla sua discendenza, non viene annunziato ai grandi e ai potenti, ma a semplici pastori. Perché?
La risposta, come tutte le risposte di Dio, è semplice e disarmante!
Ha scelto i pastori perché erano poveri, semplici, umili, ma anche svegli e vigilanti nella notte! Per i pastori il gregge era tutto ciò che possedevano e, per proteggerlo e difenderlo, invece di dormire, vigilavano e vegliavano!
Lasciamo che l’esempio dei Pastori diventi nostro, attragga i nostri pensieri e scenda nelle nostre vite! Come il gregge, era tutto il bene che essi avevano e per il quale decidono di vigilare e vegliare anche di notte, così anche noi, permettiamo al Signore di diventare Tutto il Bene e l’Unico Bene che deve attrarre la nostra vita.
Forse è proprio qui il segreto della veglia e della vigilanza, nella convinzione che Gesù è l’Unico, tutto il Bene che l’uomo possiede e per il quale vale la pena spendere la propria vita per donarla ai fratelli; con lo stile e la passione di Francesco di Assisi, con l’entusiasmo e la semplicità di Papa Francesco, con la forza e la perseveranza del Beato Domenico Lentini!
Svegli e vigilanti ci vuole il Signore, per non farci sopraffare dal torpore del peccato e dell’indifferenza, dall’apatia e dalla tiepidezza, che ci rendono incapaci non solo di fare il bene, ma finanche di annunziarlo.
Vegliare nella preghiera assidua e vigilare con la carità operosa, sono i due atteggiamenti consoni al cristiano che attende il Signore non solo nel tempo di Avvento, ma per tutta la vita.
3. Attendere con Maria e come Maria
Gesù per venire nel mondo ha voluto una madre, come tutti noi.
Ha scelto Maria, umile ancella e discepola fedele, perché fosse il prototipo della Chiesa e la madre di ogni creatura; ma anche la via più facile e agevole per arrivare a Lui.
Attendere il Natale con i sentimenti e i gesti di Maria, significa porsi come lei, in attesa vigile e orante del Figlio di Dio, senza sottrarsi a gesti di amorevole carità, come la visita alla cugina Elisabetta.
Come lo fu per Maria, anche per noi cristiani, avere fede dovrebbe essere considerato un dono grande da vivere con gratitudine e generosità, come ci insegna quotidianamente papa Francesco che ci esorta: “Credere in Gesù significa offrirgli la nostra carne, con l’umiltà e il coraggio di Maria, perché Lui possa continuare ad abitare in mezzo agli uomini, significa offrirgli le nostre mani per accarezzare i piccoli e i poveri; i nostri piedi per camminare incontro ai fratelli; le nostre braccia per sostenere chi è debole e lavorare nella vigna del Signore; la nostra mente per pensare e fare progetti alla luce del Vangelo; e, soprattutto, offrire il nostro cuore e amare e prendere decisioni secondo la volontà di Dio. Tutto questo avviene grazie all’azione dello Spirito Santo… e per la fede di Maria. Per questo lei ci precede in questo pellegrinaggio, ci accompagna e ci sostiene” (Papa Francesco, Preghiera per la Giornata Mariana in occasione dell’Anno della Fede, 12 ottobre 2013).
Se ogni donna, per sua costituzione, è in perenne attesa della vita, quanto più lo è Maria, donna in attesa e vigilante per eccellenza!
Come Maria e con Maria, poniamoci in ascolto attento della Parola di Gesù e in vigilante attesa della Sua venuta, perché il Natale sia il tempo propizio per l’incontro vero e decisivo che cambia la mia vita e la rende felice!
Lasciamoci affascinare dal Mistero di Dio che si fa Bambino! Apriamo i cuori alla venuta di Colui che non vede l’ora di incontrarci e di abbracciarci!
Carissimi, con queste riflessioni auguro a tutti un vero e Santo Natale!
Tursi, 24 novembre 2013
Solennità di Cristo Re dell’Universo
+ Francesco Nolè