Gli auguri del Vescovo per la Santa Pasqua

“Io vorrei donare una cosa al Signore, ma non so che cosa…”
…e se donassimo un po’ della nostra vita ai fratelli, non sarebbe una Pasqua felice e per tutto l’anno?
Lo auguro a me e a voi tutti!
Felice e Santa Pasqua nel Signore Risorto!
 
+ Francesco Nolè, Vescovo
 
 
 
LA PASQUA CHE VORREI
 
Io vorrei donare una cosa al Signore,
ma non so che cosa.
Andrò in giro per le strade,
zufolando così
finché gli uomini dicano: “È pazzo!”.
E mi fermerò soprattutto con i bambini
a giocare in periferia.
E poi lascerò un fiore ad ogni finestra dei poveri.
E saluterò chiunque incontrerò per via,
inchinandomi fino a terra…
E poi suonerò con le mani
le campane della torre,
a più riprese finché non sarò esausto.
E, a chiunque venga, anche al ricco,
dirò: “Siedi pure alla mia mensa!”.
Anche il ricco è un pover’uomo…
E a tutti dirò: “Avete visto il Signore?”.
Ma lo dirò in silenzio, con un sorriso.
 
Io vorrei donare una cosa al Signore,
ma non so che cosa.
Tutto è Suo dono,
eccetto il nostro peccato.
Ecco: gli darò un’icona,
dove Lui bambino
guarda gli occhi di Sua madre:
così dimenticherà ogni cosa.
Gli raccoglierò dal prato
una goccia di rugiada:
è già primavera, ancora primavera,
una cosa insperata, non meritata:
una cosa che non ha parole.
E poi gli chiederò d’indovinare
se sia una lacrima,
o una perla di sole,
o una goccia di rugiada.
E dirò alla gente:
“Avete visto il Signore?”.
Ma lo dirò in silenzio,
e solo con un sorriso.
 
Io vorrei donare una cosa al Signore,
ma non so che cosa.
Non credo più nemmeno alle mie lacrime.
E queste gioie son tutte povere.
Metterò un fiore rosso sul balcone.
E canterò una canzone tutta per Lui solo.
Andrò nel bosco questa notte,
e abbraccerò gli alberi.
E starò in ascolto dell’usignolo,
dell’usignolo che canta solo
da mezzanotte all’alba.
E poi andrò a lavarmi nel fiume,
come fanno i poveri.
E all’alba passerò sulle porte
di tutti i miei fratelli
e dirò a ogni casa: “Pace!”
 
E poi cospargerei la terra
di acqua benedetta
in direzione dei quattro punti
dell’universo.
Poi… non lascerò mai morire
la lampada dell’altare.
E ogni domenica mi vestirò di bianco!
 
Io vorrei donare una cosa al Signore,
ma non so che cosa.
E non piangerò più,
non piangerò più inutilmente.
Dirò solo: “Avete visto il Signore?”.
Ma lo dirò in silenzio,
e solo con un sorriso.
Poi non dirò più niente.
 
(P. Davide M. Turoldo)