Farsi Prossimo. Il terzo appuntamento dell’itinerario formativo della CDAL

Clicca qui per la relazione del prof. don Antonio Palmese
 
 
Eccoci al terzo appuntamento, programmato per sabato 18 ottobre 2014, presso l’Ostello della Gioventù a Chiaromonte (PZ).
A partire dalle 15.30 è programmata la preghiera e l’introduzione ai lavori di mons. Salvatore De Pizzo, vicario per il laicato e della prof.ssa Anna Maria Bianchi, presidente CDAL.
A tenere la relazione sarà il prof. don Antonio Palmese, Docente presso la Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale di Napoli. Titolo: “Impegno socio-politico per un umanesimo integrale e solidale”.
Seguiranno il dialogo con il Relatore e le Conclusioni di S. E. Rev.ma Mons. Francesco Nolè, Vescovo.
 
 
 
 
 
Ridare cuore alla politica
La presentazione della prof.ssa Anna Maria Bianchi
 
Se è vero che la ripresa politica sarà possibile solo se ce ne sarà una non solo intellettuale e culturale, ma anche spirituale che consenta ai cattolici di recuperare le motivazioni profonde dell’impegno pubblico con le sue fatiche e i suoi rischi, allora è quanto mai necessaria ed urgente, non solo per il nostro Paese, ma per il destino stesso dell’ Europa la presenza di una nuova generazione di credenti, robusti nella fede, forti nella visione, coraggiosi nell’impegno.
In questo orizzonte si ripropone un interrogativo: nella dottrina sociale della Chiesa troviamo di che contribuire, in modo decisivo, a un rinnovamento di orizzonti, alla ripresa di quella carica di profetica apertura al futuro, che la presenza dei cristiani nella polis dovrebbe sprigionare?
Sul versante teorico è tutto chiaro: da un lato “il cristiano sa di poter trovare nella dottrina sociale della Chiesa i principi di riflessione, i criteri di giudizio e le direttive di azione da cui partire per promuovere un umanesimo integrale e solidale” (Compendio della dottrina sociale della Chiesa, 7) e dall’altro lato “l’insegnamento e la diffusione della dottrina sociale fanno parte della missione evangelizzatrice della Chiesa” (Sollicitudo rei socialis, 41), per cui diffonderla costituisce per la comunità ecclesiale un’autentica priorità pastorale.
All’atto pratico, però, va riconosciuto che all’interno delle nostre comunità ecclesiali si registra da tempo un deficit preoccupante già nella fase pre-politica della formazione spirituale e intellettuale dei cattolici. Ne consegue che gran parte di essi conosce pochissimo l’insegnamento del magistero in materia socio-politica e matura prospettiva culturale e visione politica prevalentemente attraverso i talk show televisivi. Bisogna ricominciare a dare la priorità, nelle nostre comunità parrocchiali e nei nostri movimenti, associazioni e gruppi, ad una capillare formazione spirituale e intellettuale, con una specifica attenzione alla dimensione della cittadinanza.
Farsi prossimo, qui, oggi, non può prescindere dalla volontà e capacità di tessere la rete, che significa imparare a leggere la situazione come popolo di Dio, presbiteri e laici insieme; mettere a fuoco insieme le nostre vecchie e nuove povertà locali e regionali; prendere a cuore insieme le istituzioni oltre che le singole persone. Si intravedono tre possibili traduzioni operative:
– costruire in diocesi un luogo/contesto in cui confrontarsi, condividere significati e cercare il principio evangelico da affermare nelle diverse circostanze in cui è richiesta una decisione politica (discernimento comunitario);
– ridurre la distanza fra l’alto e il basso anche assumendo la funzione di “mediatori” che rendono comprensibili a tutti, attraverso il linguaggio della quotidianità, i messaggi della politica e della Chiesa (Martirani: dire la verità; Savagnone: i due “piani”);
– operare lealmente insieme per costruire il bene comune riconosciuto (ridare cuore alla politica coniugando azione del misericordioso e azione del giusto).
Quale sarà il primo passo concreto che sapremo fare, insieme, in questa direzione?