Archivi della categoria: Comunicati stampa

Giornata del Malato e istituzione dei ministri straordinari della Comunione

Martedì 11 febbraio, nella Cattedrale di Tursi

“Venite a me voi tutti che siete affaticati ed oppressi e io vi darò ristoro”.
Sollecitati dal tema della 28esima Giornata mondiale del Malato, il vescovo Monsignor Vincenzo Orofino, numerosi malati, operatori sanitari e i fedeli laici, convocati dall’Ufficio diocesano di Pastorale della Salute, si sono ritrovati nella cattedrale di Tursi (MT) per la Celebrazione diocesana. Dopo una breve fiaccolata animata dall’UNITALSI, il vescovo ha celebrato l’Eucarestia con i sacerdoti; nell’omelia ha ricordato che la condizione della sofferenza è parte della vita dell’uomo e che essa ci richiama alla vera carità fraterna, che mette insieme premura, cura e accompagnamento spirituale. Durante la celebrazione il Vescovo, insieme ai sacerdoti, ha amministrato il sacramento dell’Unzione degli Infermi e ha rinnovato il mandato ai ministri della comunione, richiamando il loro servizio “di consolazione”, che rende tangibile l’azione della Chiesa verso i sofferenti. Si è sempre più consapevoli che il ruolo dei ministri della comunione è legato alla cura della persona sofferente. Quanto vissuto rende visibile l’azione della Chiesa che si adopera per essere “la locanda del buon Samaritano che si prende cura di ogni uomo”, come ha sottolineato il Papa nel suo Messaggio per la Giornata del Malato.

Per ulteriori informazioni:
don Nicola Caino, direttore dell’Ufficio di Pastorale della Salute, tel. 340 9625182

Quale Sud per questa Italia?

Le delegazioni regionali Caritas del Sud Italia a Latronico (PZ)

Nei giorni 15-16 gennaio le cinque delegazioni regionali Caritas del Sud Italia si sono riunite a Latronico (PZ) per riflettere sul tema: «Quale Sud per questa Italia?». L’incontro, promosso e presieduto da Monsignor Vincenzo Carmine Orofino, componente della Presidenza di Caritas Italiana nonché Vescovo delegato per la Carità dalla Conferenza Episcopale Basilicata, ha visto la partecipazione di 24 delegati provenienti dalle regioni Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia. Sul tavolo sono state poste le maggiori sfide che impegnano ciascuna delegazione regionale e le buone prassi già sperimentate sui territori.
Tre i focus di interesse affrontati attraverso il metodo partecipato del World Café: Giovani e Lavoro, Formazione/Advocacy e Rispetto per l’Ambiente.
Dall’incontro è emersa la determinazione delle delegazioni regionali Caritas del Sud di avviare un percorso di collaborazione e condivisione sui temi evidenziati.
Nelle parole del vescovo Orofino l’incoraggiamento ai partecipanti a sostegno del loro impegno: “La Chiesa ripone tanta speranza nei giovani e crede in questo terriorio anche attraverso l’educazione alla prossimità e alla responsabilità: ciascuno è chiamato ad amare questa terra, a credere nelle sue risorse e a scrutare con intelligenza i segni dei tempi con il cuore di madre e lo sguardo del profeta. Occorre crederci e sostenere le istituzioni nelle scelte importanti che guardano al bene di ogni persona”.

Per ulteriori informazioni e approfondimenti:
Maria Lucia Cristiano

Il vescovo Orofino a Chiaromonte incontra politici, amministratori e operatori sociali per gli auguri natalizi

Domenica 15 dicembre 2019

Scambiarsi gli auguri di Natale guardando agli appuntamenti del prossimo anno, mettendo in sintonia l’attività pastorale del vescovo con quella di amministratori, parlamentari, operatori sociali e sindacali, e imprenditori. È questo lo scopo che ha spinto Mons. Vincenzo Orofino a dare vita all’incontro che si è svolto domenica 15 dicembre scorso all’Ostello diocesano di Chiaromonte al quale hanno partecipato in molti tra politici, esponenti della scuola e delle istituzioni. Stella polare dell’iniziativa del vescovo è il convegno residenziale che la diocesi terrà a Paola/Cetraro (CS) dal 30 aprile al 3 maggio 2020, in vista del quale si stanno svolgendo incontri zonali sul tema “La presenza della Chiesa nel nostro territorio”.
Il filo conduttore dell’articolato percorso che il vescovo va tessendo da tempo è potenziare la collaborazione fra la Diocesi, con le sue articolazioni e rappresentanze parrocchiali, e le istituzioni, partendo dagli amministratori locali fino ai governanti regionali e ai parlamentari. Questa sinergia, ha spiegato il vescovo nel suo intervento introduttivo, è un valore che va coltivato perché aumenta la fiducia e la serenità della gente, che vede in questa alleanza per il bene comune una collaborazione tra realtà distinte e una convergenza virtuosa. Ciascuno per la propria peculiarità di orizzonte, ha spiegato ancora Monsignor Orofino, chiesa e istituzioni governative possono essere il motore propulsivo di uno sviluppo che crea coinvolgimento e libera risorse, ma che offre anche risposte pratiche e interventi certi per le tante attese che ancora oggi vengono dalla nostra gente. In questo percorso gli alleati più preziosi sono le imprese, i lavoratori e le associazioni che operano nel sociale. Da questi soggetti bisogna apprendere e custodire le specificità “vocazionali” dei territori, che costituiscono le ricchezze su cui provare a costruire lo sviluppo economico.
Tutto questo da parte nostra, cristiani battezzati, ha un valore in più. È un esercizio della nostra fede, stare nell’impegno politico con la nostra identità e fare proposte che vanno nella direzione del miglioramento della qualità della vita, mettendo insieme le forze delle maggioranze e delle minoranze politiche, senza distinzioni e marciando tutti nella stessa direzione. In questo modo, l’attività congiunta di tutte le forze attive della società assolve anche il compito di educare al lavoro, che significa anche educare all’autoimpiego, al coraggio di costruire il proprio futuro lavorativo, contribuendo in tal modo alla crescita dell’intero territorio e della società.
A seguire il vescovo ha presentato il convegno residenziale che si terrà a Cetraro: due interventi che saranno tenuti dal teologo don Massimo Naro, il primo dei quali sulla chiesa come madre e maestra, madre che ama e accoglie, e maestra che indica il cammino, guida certa che il cuore della mamma e la sapienza della maestra. Il secondo intervento del teologo approfondirà invece la figura di don Luigi Sturzo. Nel corso della tre giorni di convegno è previsto anche l’intervento di un giornalista che parlerà del rapporto Svimez sul Mezzogiorno, che aprirà una giornata dedicata alle problematiche del territorio diocesano, animata da rappresentanti istituzionali, politici e amministratori locali, al quale prenderà parte anche il ministro per il Mezzogiorno Giuseppe Provenzano. Altra giornata dedicata al territorio sarà quella in cui saranno presentate le relazioni che emergeranno dal lavoro che si va svolgendo nelle singole zone pastorali, dal quale scaturiranno i testi che il consiglio pastorale diocesano elaborerà in documento di sintesi del convegno. Dalla riflessione emersa dal documenta il vescovo trarrà una riflessione che troverà stesura definitiva in una lettera pastorale che sarà il frutto finale del convegno. Da questo atto prenderà il via l’indizione della visita pastorale che sarà preceduta da un anno di preparazione.
Quello di Chiaromonte è stato, dunque, un incontro che, pur stagliandosi sullo sfondo della ricorrenza natalizia, ha lanciato l’inizio di un percorso di lavoro lungo e complesso ma sicuramente ricco, coinvolgente e ambizioso. Come sempre accade nella chiesa, le cose più grandi nascono dalle occasioni più semplici. Proprio come il Natale che, dalla semplicità della grotta di Betlemme, ha dato inizio alla più grande avventura dell’uomo che è il cristianesimo.

Convegno conclusivo dell’Itinerario di formazione politica “Costruttori di bene comune”

proposto dalla Consulta dei Laici, era iniziato a ottobre 2018

Sabato 26 ottobre 2019 alle ore 16.30 presso l’Ostello della Giovenù in Chiaromonte è previsto il Convegno conclusivo dell’Itinerario di sensibilizzazione all’impegno socio-politico Costruttori di bene comune. Sarà presente il prof. Sergio Tanzarella, docente della Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale, che è stato presente anche al convegno di apertura del percorso il 20 ottobre 2018, per offrire la sua riflessione partendo dalla relazione “Con tutti i naufraghi della storia. Animare da cristiani la società”.
Con l’itinerario formativo Costruttori di bene comune la Consulta delle Aggregazioni laicali della diocesi di Tursi-Lagonegro ha inteso raccogliere l’accorato appello dell’Episcopato italiano, rivolto ai cattolici, a tornare ad occuparsi di politica, ponendo un primo passo in questa direzione, senza cedere a nostalgie per il partito unico, probabilmente strumento oggi poco adatto ad essere luce, sale e lievito della massa. Punto di ispirazione è stato il richiamo di papa Francesco ad avviare processi, non occupare spazi. Vuol dire avere uno sguardo lungo e stare nel nuovo fermento cominciando dal riconoscere con umiltà che abbiamo anche noi contribuito, con le nostre azioni e soprattutto con le nostre omissioni, al deterioramento del clima pubblico del nostro Paese.
Dai laboratori sono venuti riflessioni e suggerimenti interessanti per le comunità locali e per gli amministratori comunali e regionali. Era lo scopo principale: sollecitare cittadinanza attiva, base indispensabile per accettare poi un più diretto impegno socio-politico. Solo, infatti, da comunità sensibilizzate a questi temi potranno anche emergere persone che vogliono impegnarsi attivamente in politica; ma persone che saranno di un certo tipo e sapranno dar vita a una classe politica che, guardando alla Dottrina sociale della Chiesa, sappia essere “del grembiule” e finalmente torni a concepire il proprio compito in termini si servizio e non di esercizio di potere anche mediatico.
Scopo ambizioso, ma ineludibile per chi intende sporcarsi le mani con i problemi generali del Paese, “elaborando progetti per una migliore vita umana a favore di tutti, controllando anche la loro attuazione, denunciando disfunzioni e inerzie, esigendo con gli strumenti democratici, messi a disposizione dei cittadini, che la mensa non sia apparecchiata solo per chi ha potere, ma per tutti”. (CEI Commissione ecclesiale Giustizia e Pace, Nota pastorale Educare alla legalità, n. 17). Sarà il vescovo Mons. Vincenzo Orofino, che nei giorni scorsi ha incontrato i sindaci e gli amministratori dei 39 comuni della diocesi di Tursi-Lagonegro, ad offrire le conclusioni del cammino svolto.

La prof.ssa Anna Maria Bianchi, presidente della CDAL ripensa al percorso e guarda avanti: «Elaborare, controllare, denunciare, esigere. Tutti verbi di forte impegno civile e sociale. Innegabile che molti lo stiano facendo, e da più parti, ma si possono fare le stesse cose con un perché motivazionale e finalistico diverso ed è il perché che fa la differenza. Per noi l’impegno civile e sociale diventa anche impegno ecclesiale cui siamo chiamati in virtù del battesimo e può sfociare in impegno politico diretto per portare in tutte le case l’acqua della pace, usando la metafora di don Tonino Bello, e per diffondere una temperie di solidarietà, l’imperativo morale che noi credenti chiamiamo anche comunione.
Significa mettere al centro la persona, adottandola come misura e principio di ogni scelta, come criterio assiologico supremo. La persona, non il calcolo di parte, le astuzie di potere, il prestigio delle fazioni. Sarebbe una vera rivoluzione! E le rivoluzioni per essere profonde devono avvenire attraverso dei lunghi processi che non siano sforzo del singolo, ma della collettività.
Fare per gli altri è la scoperta di Cosimo, il barone rampante di Italo Calvino, dopo l’incendio del villaggio. Fare con gli altri è il passaggio a cui siamo chiamati. È la lezione di don Milani, del “fare insieme è ancora meglio”, anche se ovviamente in tempi più lunghi.
Nel percorso avviato a ottobre 2018 abbiamo esplorato, con una modalità di lavoro laboratoriale, cinque temi scottanti per il nostro territorio, utilizzando uno sguardo inclusivo e non contrappositivo, usando “e”, non “o”: ambiente e salute, povertà e interventi di autentica solidarietà, immigrazione e sicurezza… Auspichiamo che il frutto più maturo, a chiusura dell’itinerario, possa essere un passaggio che ancora una volta mutuiamo da don Milani, icona scelta per Costruttori di bene comune. A chi, dopo aver conosciuto Barbiana, gli chiedeva cosa bisognasse fare e quali modelli seguire, il priore rispondeva che il punto non è cosa bisogna fare, ma come bisogna essere. Era la domanda stessa ad essere sbagliata. Allora, siamo pronti per ripartire dalla domanda giusta?».