Ritiri spirituali nell’Avvento

Nell’Avvento due domeniche sono state dedicate da Monsignor Francesco Nolè, vescovo, ai ritiri spirituali per tutti i fedeli della Diocesi, in preparazione al Santo Natale.
Domenica 8 dicembre, il primo appuntamento, è stato nella Chiesa dell’Immacolata (Convento delle Suore Figlie della Carità) a Lauria Inferiore, per la Zona Mercure-Tirrenica.
 
In un clima di profondo raccoglimento, di intimità e di ascolto attivo, nel Santuario di Anglonadomenica 15 dicembre, si è tenuto anche il secondo appuntamento per i fedeli delle Zone Jonica, Sinnica e Val d’Agri
L’ambiente invitava già di suo a riscoprire il silenzio come musicalità del linguaggio di Dio. 
Attraverso il silenzio, il Signore parla. In un tempo in cui tutto è rumore, frastuono e distrazione, prepararsi al Natale è ascoltare “…quella musica del linguaggio del Signore, quella brezza soave, quella carezza leggera”, tipica del silenzio intimo con Lui; e la si riconosce solo nel fermarsi autentico con sé stessi! 
Solo così è possibile essere vigilanti nell’attesa di quel Dio che vuole intrattenersi con le sue creature, che non ha considerato un tesoro geloso la sua condizione divina, ma s’è spogliato, facendosi uomo e divenendo povero tra i poveri. 
Per entrare in dialogo con il Signore, in quel clima di contemplazione e silenzio, il Vescovo ha piacevolmente presentato la figura di San Giuseppe. Uomo umile, discreto e semplice il Falegname di Nazaret ha indicato il modo in cui raggiungere l’intimità con Dio; non parole, suggerimenti, o esortazioni, bensì azioni silenziose e oranti.
Nei Vangeli San Giuseppe è muto. La sua vita è accoglienza delle parole degli Angeli che gli appaiono in sogno e gli danno istruzioni da parte di Dio. Giuseppe non pronuncia mai parole sue, è sempre defilato. Nel disegno di Dio che si fa uomo però Giuseppe è fondamentale: è custode del Redentore. 
L’umiltà di stare al posto assegnato dal Padre è la chiave dell’insegnamento di Giuseppe. 
Come Giuseppe, ognuno cristiano ha una vocazione; l’ascolto attento, silenzioso e meditativo della Parola non può che aiutare ognuno a realizzare la chiamata.
Il Vescovo ha invitato a rimanere in ascolto, attenti ai segnali che Dio manda quotidianamente e a far sì che questo tempo d’attesa, sia davvero un tempo di grazia, sia davvero un credere e abbandonarsi a quel Bambino che non aspetta altro che nascere e dimorare intimamente dentro ciascuno.
 
Giulia Salerno