Si è svolta tra il 16 e il 18 gennaio scorso la “Visita ad limina apostolorum” dei Vescovi della Basilicata. La visita ad limina è il momento in cui ogni vescovo del mondo che è tenuto a recarsi dal Papa per riferirgli dello stato della diocesi affidatagli. Un incontro per conservare la comunione e una tradizione che risale agli albori della Chiesa.
Così prescrive il Codice di Diritto Canonico: “Il Vescovo diocesano è tenuto a presentare ogni cinque anni una relazione al Sommo Pontefice sullo stato della diocesi affidatagli, secondo la forma e il tempo stabiliti dalla Sede Apostolica. (…) Il Vescovo diocesano nell’anno in cui è tenuto a presentare la relazione al Sommo Pontefice, se non è stato stabilito diversamente dalla Sede Apostolica, si rechi nell’Urbe per venerare le tombe dei Beati Apostoli Pietro e Paolo e si presenti al Romano Pontefice (cann. 399 e 400).
Un gesto in tre tempi: il pellegrinaggio, il colloquio con Benedetto XVI e quello con i responsabili dei dicasteri vaticani. L’incontro dei pastori con Pietro, secondo la «Pastores gregis», è come il sangue che torna al cuore dalle estremità del corpo.
Il senso della visita ad limina è trattato nel “Direttorio della Congregazione dei vescovi”, pubblicato nel 1988, e afferma che queste non sono un “semplice atto giuridico-amministrativo consistente nell’assolvimento di un obbligo rituale, protocollare e giuridico”. Esse portano un “arricchimento di esperienze” al ministero del Papa e al suo “servizio di illuminare i gravi problemi della Chiesa e del mondo”, diversi a seconda dei “luoghi, dei tempi e delle culture”.
S. E. Mons. Francesco Nolè così ricorda l’incontro con Benedetto XVI concesso a lui e ai vescovi delle diocesi lucane: “L’udienza che il Santo Padre, dopo sette anni dall’ultima Visita, ha concesso a me e agli altri cinque Vescovi della Basilicata il 18 gennaio u.s., è stata la conclusione di una serie di incontri con i Dicasteri Vaticani, per presentare il cammino pastorale fatto in Diocesi negli ultimi anni, e illustrare i progetti e gli impegni pastorali futuri.
Al Papa ho portato il saluto, l’affetto e la preghiera di tutta la Diocesi per la sua persona e per il delicato e prezioso ministero pastorale a servizio della Chiesa e del mondo intero.
Ho chiesto di benedire tutti i nostri fedeli, i nostri Sacerdoti e i Consacrati, in particolare gli ammalati, gli anziani e i sei giovani Diaconi che nella prossima estate saranno ordinati Presbiteri.
Il Santo Padre, oltre a benedire tutti, si è compiaciuto dei due grandi doni che il Signore ha elargito alla nostra Diocesi: anzitutto il dono della santità nelle persone di Sant’Andrea Avellino, del Beato Domenico Lentini e del Beato Giovanni da Caramola; e il dono delle vocazioni sacerdotali alla Vita Consacrata e alla vita familiare.
Si è compiaciuto, inoltre, per la nostra fede popolare, semplice, autentica, contrassegnata dalla grande devozione alla Madonna presente in ogni paese della Diocesi.
Si è detto vicino ai nostri problemi e alle nostre povertà, soprattutto vicino ai giovani in cerca di lavoro e di un futuro ricco di serenità e di speranza, auspicando che ognuno faccia la sua parte per il bene della Regione e dei suoi diletti figli”.
Al Papa la gratitudine del Popolo santo di Dio che è in Tursi-Lagonegro; al Vescovo la riconoscenza per aver portato con sé le attese, le speranze, le gioie e le prove dei Cristiani tutti della Chiesa locale a lui affidata.
Da parte di ciascuno la rassicurazione dell’impegno a continuare a pregare perché il Santo Padre e il Vescovo continuino ad essere fari luminosi di santità e maestri tenaci che spronino, incoraggino e sostengano il gregge loro affidato perché giunga ai pascoli ubertosi del Cielo.