La lettera del Vescovo alla Diocesi in occasione della Festa del Lentini

«La correzione non basta […]
bisogna che vi si unisca l’esempio.
E questo è il modo di santificare i figli.
L’esempio è un maestro
che si fa sentire senza parlare.
I fanciulli imparano
più con gli occhi che per le orecchie
e non sanno fare altro che copiare».
(D. LENTINI, Predica “L’educazione dei figli”)
 
 
Al Popolo di Dio
che è in Tursi-Lagonegro
 
Amiche e amici carissimi,
nel bel mezzo di questo speciale «Anno Lentiniano», dedicato all’approfondimento della vita, dell’insegnamento e della testi-monianza evangelica del Beato Domenico Lentini – da me indetto in occasione del Ventennale della sua Beatificazione avvenuta il 12 ottobre 1997 – celebriamo oggi la sua festa liturgica, impreziosita dalla presenza del Cardinale Angelo Amato – Prefetto della Congrega-zione delle Cause dei Santi – e degli eccellentissimi arcivescovi e vescovi delle diocesi lucane e limitrofe.
Questo particolare anno ci deve aiutare a guardare con maggiore interesse e più profonda intensità la vita del nostro Beato per imitarlo nelle virtù e progredire nel cam-mino verso la “misura alta della vita cristiana ordinaria”, che è la santità.
Diventare santi? Sì, questo è il compito che abbiamo davanti, perché questa è la volontà di Dio: la nostra santificazione (cfr. 1Ts 4,3). Dobbiamo diventare santi! Ce lo chiede il Signore, ce lo chiede il nostro cuore, ce lo chiede il Beato Domenico, il quale esortava i genitori a «fare i figli non già nobili, ricchi e grandi, ma farli santi, eredi del Paradiso e coeredi di Gesù Cristo con una santa educazione».
È possibile diventare santi. Crediamoci! Anche noi possiamo diventare santi. Anche a noi è chiesto di vivere «come si conviene ai santi» (Ef 5,3), da «ottimi cristiani e santi cittadini».
Diventare santi è una meta affascinante ma anche un compito impegnativo, poiché non si diventa santi casualmente. Per tutti la santità è il traguardo alto e luminoso di un lungo e preciso cammino spirituale, ascetico, educativo. Siamo chiamati, perciò, a formarci continuamente e a convertirci veramente per pervenire a una fede adulta e matura, capace di tenere insieme tutti gli aspetti della vita in Cristo.
La fede in Gesù Cristo è il fondamento di tutte le azioni del Beato Domenico e l’alimento della sua esistenza. Gesù Cristo è il suo bene, il suo tesoro, il suo tutto. Soprattutto Gesù crocifisso, poiché per avere «il Paradiso come frutto» occorre prima «coltivare l’albero della Croce», come lui stesso annuncia durante una predica sul Paradiso. Il Lentini è totalmente conquistato dall’amore traboccante che promana dalla Croce, così come è straordinariamente affascinato e attratto dalla presenza reale del Signore nell’Eucaristia, tanto che quando celebra la Messa appare come un «Angiol sull’altare». Per tutta la sua vita e con tutte le sue forze il Lentini ha sempre e solo cercato Dio, il suo gusto, il suo volere, la sua gloria.
Anche il nostro Beato, tuttavia, ha fatto esperienza della fragilità umana e ha avvertito la fatica della perfetta corrispondenza alla volontà di Dio. Ha predicato e praticato, perciò, la penitenza, l’ascesi e la preghiera, con la consapevolezza che senza l’aiuto di Dio e l’abbandono filiale nelle braccia del Padre, senza la mortificazione dei sensi e la rinuncia ai piaceri futili, senza un profondo lavoro su di sé non è possibile vincere le tentazioni e piacere a Dio.
Totalmente plasmato dall’ascolto attento della Parola di Dio e dall’incontro vivo con Gesù Eucari-stico, il Lentini si è messo al servizio dei poveri, ha educato i giovani, ha accompagnato le famiglie, con l’unica preoccupazione di aiutare le persone a realizzare il proprio bene e quello della comunità, riuscendo a coniugare in modo mirabile la fedeltà a Dio con la fedeltà all’uomo.
A noi il privilegio di averlo in cielo come intercessore presso Dio e in terra come maestro da imitare nella sequela incondizionata del Signore Gesù e nell’appartenenza lieta al Suo Corpo che è la Chiesa.
Mettiamoci concretamente alla scuola del Beato Lentini, sintoniz-zando il nostro cuore con il suo, per fare della Parola di Dio l’alimento di ogni giorno, dell’Eucaristia il farmaco di vita buona, della Confessione il luogo dell’amore pacificante.
Solo così può iniziare in noi quel cammino di vera conversione che ci permetterà di servire i poveri con generosa carità, di accompagnare i giovani con umile passione educa-tiva, di sostenere le famiglie nella delicata missione di essere culle di vita e scuole di amore.
La Vergine Maria, teneramente amata e devotamente venerata da don Domenico Lentini, ci accompa-gni nel nostro cammino spirituale e ci insegni a vivere in modo tale che tutto in noi abbia in Dio il suo inizio, il suo fine e il suo compimento.
Di vero cuore vi benedico.
 
Il vostro Vescovo
+ Vincenzo
 
Tursi, 25 febbraio 2018
Festa del Beato Domenico Lentini