Per chi vive nell’epoca del “frastuono”, “staccare la spina” di tanto e concedersi qualche attimo di silenzio è indispensabile per “per andare alla ‘radice’ che sostiene e alimenta la vita”: è l’invito lanciato da papa Benedetto XVI attraverso il messaggio per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, dedicato proprio al rapporto tra parola e silenzio.
Il punto di partenza della riflessione di Benedetto XVI è la constatazione che Dio parla per mezzo del silenzio. In questo senso, si tratta di un’esperienza che ha molto da dire sulla condizione umana, perché anche “dopo aver ascoltato e riconosciuto la Parola di Dio, dobbiamo misurarci anche con il silenzio di Dio, espressione importante della stessa Parola divina”.
È per questo, secondo il Pontefice, che è necessario “educarci al valore del silenzio” e “riscoprire il senso del raccoglimento e della quiete interiore”. Scrive il Papa: “Il silenzio è capace di scavare uno spazio interiore nel profondo di noi stessi, per farvi abitare Dio, perché la sua Parola rimanga in noi, perché l’amore per Lui si radichi nella nostra mente e nel nostro cuore, e animi la nostra vita”.
In questo contesto, papa Benedetto richiama l’importanza del silenzio nella liturgia che devono essere “ricche di momenti di silenzio e di accoglienza non verbale”.
Ma anche Dio rimane in silenzio di fronte alla preghiera dell’uomo. In quei momenti, commenta il papa, “proviamo quasi un senso di abbandono, ci sembra che Dio non ascolti e non risponda. Ma questo silenzio di Dio, come è avvenuto anche per Gesù, non segna la sua assenza. Il cristiano sa bene che il Signore è presente e ascolta, anche nel buio del dolore, del rifiuto e della solitudine”.
Un’apparente assenza di risposte che è paradossale per gli uomini d’oggi, “spesso preoccupati dell’efficacia operativa e dei risultati concreti” di ogni azione. Invece, “la preghiera di Gesù indica che abbiamo bisogno di fermarci, di vivere momenti di intimità con Dio, ‘staccandoci’ dal frastuono di ogni giorno, per ascoltare, per andare alla ‘radice’ che sostiene e alimenta la vita”.
Per papa Ratzinger, il silenzio “apre… uno spazio di ascolto reciproco” che rende “possibile una relazione umana più piena”. È nel silenzio, infatti, che “ascoltiamo e conosciamo meglio noi stessi”, che il pensiero si “approfondisce” e che “comprendiamo con maggiore chiarezza ciò che desideriamo dire o ciò che ci attendiamo dall’altro”.
Allo stesso modo, “tacendo si permette all’altra persona di parlare, di esprimere se stessa, e a noi di non rimanere legati, senza un opportuno confronto, soltanto alle nostre parole o alle nostre idee”.
Non a caso, prosegue il pontefice, “nelle diverse tradizioni religiose”, la solitudine e il silenzio sono “spazi privilegiati per aiutare le persone a ritrovare se stesse e quella Verità che dà senso a tutte le cose”.
Anche nel mondo contemporaneo, in cui l’uomo “è bombardato da risposte a quesiti che egli non si è mai posto e a bisogni che non avverte”, il silenzio “è prezioso per favorire il necessario discernimento tra i tanti stimoli e le tante risposte che riceviamo, proprio per riconoscere e focalizzare le domande veramente importanti”. “Là dove i messaggi e l’informazione sono abbondanti – aggiunge il Papa -, il silenzio diventa essenziale per discernere ciò che è importante da ciò che è inutile o accessorio”.
Nel messaggio si legge: “Silenzio e parola: due momenti della comunicazione che devono equilibrarsi, succedersi e integrarsi per ottenere un autentico dialogo e una profonda vicinanza tra le persone. Quando parola e silenzio si integrano a vicenda, la comunicazione acquista valore e significato”
E’ la giornata dell’affetto e della preghiera della Comunità cristiana per quanti operano nel mondo della Comunicazione, nel continente digitale, nei mass media e nei social network: si compia attraverso la loro preziosa opera, un’opera di servizio alla verità e alla giustizia, un’opera di carità nei confronti di ogni uomo, un’opera di aiuto alla prossimità che crea relazioni autentiche.
Felice Giornata delle Comunicazioni.
don Giovanni