Lauria e la diocesi di Tursi-Lagonegro hanno celebrato il Signore nella memoria liturgica annuale del Beato Lentini.
A presiedere la solenne Celebrazione Eucaristica, nella mattina del 25 febbraio, S. E. Mons. Nunzio Galantino, Vescovo di Cassano allo Jonio (CS), nel giorno in cui ricorreva il primo anniversario della sua consacrazione episcopale. Hanno concelebrato, insieme ai sacerdoti di Lauria e ad altri sacerdoti, Monsignor Francesco Nolè e Monsignor Antonio Cantisani.
Nella sua omelia, il Vescovo della vicina diocesi calabrese, ha contestualizzato la festa del Beato nel tempo della Quaresima, collegando la santità del Lentini all’umiltà di Papa Benedetto XVI che, per amore a Gesù Cristo e alla Chiesa, ha rinunciato lo scorso 11 febbraio al ministero petrino -con un annuncio che ha scritto una straordinaria pagina di storia-, in ragione della sua età e del venir meno delle forze, per il bene della Chiesa stessa.
Monsignor Galantino ha affermato: “Il bisogno sempre più forte che avvertiamo, come credenti, di vivere la Quaresima come tempo privilegiato in cui sentirci chiamati con più insistenza a contemplare l’Amore e a rispondere all’Amore, non può che giovarsi se noi guardiamo al modo in cui il Beato Domenico ha vissuto la dimensione penitenziale della vita. La penitenza non ha senso al di fuori del desiderio e dell’esercizio dell’amore. Il Lentini è stato un uomo innamorato, -ha continuato il presule- o meglio uomo penitente perché innamorato di Dio e segnato dalla passione per gli uomini e le donne che il buon Dio aveva affidato al suo ministero. […]
Molto spesso la penitenza (oggi) richiesta sono i gesti e gli impegni domandati, giorno per giorno, dall’amore per le persone e per i compiti affidati. E’ così per un papà o una mamma, ai quali viene domandato di rimanere fedeli al loro ruolo di educatori perché innamorati dei figli che il buon Dio ha loro dato. […] E’ l’amore che rende la fatica del papà e della mamma e la fedeltà del consacrato ingredienti sostanziosi di un cammino quaresimale credibile. Entrambi sono chiamati a sintonizzarsi nella loro vita con Gesù che anche attraverso l’esempio dei Santi continua a dirci che il tempo è compiuto… e (occorre) convertirsi e credere al Vangelo…”.
Ancora. Il Vescovo ha continuato nell’omelia dicendo: “Le nostre feste, ed il devoto riferimento ai Santi, se non ci aiutano a sentire rivolti a noi questi inviti finiscono per essere dei pericolosi diversivi per la nostra vita. I Santi sono uomini e donne che colti dalla Parola e dallo sguardo di Gesù, sanno caricare di senso nuovo e passione vera quello che fanno. […] Quanti preti stavano a Lauria al tempo del Beato Lentini! Ma oggi noi ricordiamo solo lui: perché si è lasciato affascinare da Gesù ed ha preso sul serio la chiamata a seguirlo senza riserve e “senza aggiunte”, come è stato scritto: Prete e basta! E’ l’invito che con decisione e con grande umiltà ha cercato e sta cercando di trasmetterci Benedetto XVI. Solo un uomo di preghiera – come Benedetto XVI – poteva, con la libertà dei grandi uomini, scegliere di cambiare il suo modo di stare nella Chiesa, come ha detto lo stesso Pontefice all’Angelus di domenica 24 febbraio, salendo sul monte a pregare, aiutandoci a capire come si serve la Chiesa, senza servirsi della Chiesa”.
Ha infine concluso riassumento il convenire per la celebrazione del Lentini guardando alla vita cristiana alla luce di due imperativi: Convertiti! e Seguimi!
Parole così semplici eppure così determinanti, da cui attingere gioia e slancio, nell’Anno della Fede.
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(Le fotografie sono state scattate e inviate da Giusy Labanca)